E Macron risponde a Trump: “l’accordo sul clima non sarà mai rinegoziato”
Se gli Stati Uniti saranno costretti a difendersi dalla Corea del Nord “la distruggeranno completamente”. Dalla tribuna dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, Donald Trump si rivolge al mondo intero usando le parole più dure per denunciare la minaccia del regime di Pyongyang. Un regime che definisce “suicida”, ridicolizzando il suo leader Kim che chiama ‘Rocket Man’, l’uomo missile.
“La Nordcorea minaccia il mondo”, è un passaggio del discorso del presidente degli Stati Uniti. Se Pyongyang proseguirà lo sviluppo del suo programma nucleare, “non avremo scelta se non quella di distruggere totalmente la Nordcorea. Speriamo non sia necessario. E’ ora che la Nordcorea realizzi che la denuclearizzazione è l’unico futuro accettabile”, aggiunge. “Rocket man è in una missione suicida per sé e il suo regime. Gli Stati Uniti sono pronti e capaci” di attuare un attacco “ma si spera che questo non sia necessario”, dice il numero 1 della Casa Bianca dopo aver assicurato, nella fase iniziale del suo intervento, che gli Usa “vogliono armonia e pace, non conflitti”.
“Nessuno, più del malvagio regime nordcoreano, ha mostrato disprezzo per gli altri paesi e per il benessere del proprio popolo. E’ responsabile della morte per fame di milioni di nordcoreani e della prigionia, della tortura, dell’uccisione e dell’oppresione di tantissimi altri. Siamo tutti testimoni dell’abuso mortale compiuto nei confronti dello studente americano Otto Warmbier, restituito all’America solo perché morisse qualche giorno dopo”, dice Trump, elencando altre ‘imprese’ compiute da Pyongyang.
Ora, il programma missilistico e nucleare costituisce una minaccia “per l’intero mondo, con perdite impensabili di vite umane”. “E’ vergognoso che alcune nazioni non solo facciano affari con questo regime, ma forniscano anche armi e lo sostengano finanziariamente. Nessuna nazione ha interesse a vedere che questa banda di criminali si arma con un arsenale nucleare. Gli Stati Uniti hanno grande forza e pazienza, ma se saranno costretti a difendere se stessi o i propri alleati, non avranno altra scelta se non quella di distruggere totalmente la Corea del Nord”, ribadisce. “Speriamo non sia necessario: è per questo che ci sono le Nazioni Uniti, vediamo come agiscono”.
Ma nell’attesissimo intervento durato poco meno di 45 minuti, l’affondo del presidente americano è a tutto campo, e travolge tutti quei governi che – dall’Iran al Venezuela, passando per Cuba – mettono a suo avviso in grande pericolo la comunità internazionale. Li chiama anche “il male” contro cui bisogna combattere, in una sala che gli regala pochi applausi e nella quale, in alcuni momenti, cala il gelo. Del resto chi aspettava toni più concilianti si è dovuto subito ricredere.
Nel testo scritto dal suo fedelissimo consigliere e stratega Stephen Milller, Trump rispolvera l’antica definizione di “Stati canaglia”, definisce l’accordo con l’Iran “imbarazzante” e il regime di Maduro “inaccettabile”. Alla sua prima assoluta al Palazzo di Vetro di New York il tycoon mette poi subito in chiaro che l’aria è cambiata. Alla Casa Bianca non c’è più Barack Obama, e la nuova dottrina è quella dell’America First.
“Lavoreremo sempre con gli alleati – cerca di rassicurare – ma non si potrà più approfittare di noi”: dai trattati commerciali all’accordo di Parigi sul clima, passando per il contributo Usa alle principali organizzazioni internazionali, Onu compresa. Tutte situazioni in cui il tycoon denuncia condizioni ingiuste e sfavorevoli per gli Stati Uniti. Condizioni che devono cambiare, altrimenti gli Usa andranno avanti da soli.
Ma il Presidente francese Emmanuel Macron non ci sta e la risposta arriva durissima, “i muri non ci proteggono”, attacca il presidente francese, che raccoglie quell’ovazione negata all’inquilino della Casa Bianca. “E’ falso pensare che i Paesi siano più forti quando sono da soli”, ha incalzato Macron, definendo anche “un grave errore” rigettare l’accordo sull’Iran senza avere una ricetta alternativa. E un grande sbaglio contrastare un accordo sul clima che, ha assicurato il presidente francese, “non sarà mai rinegoziato”. Trump se ne faccia una ragione: “La porta per gli Usa resterà sempre aperta ma noi andiamo avanti”.
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