Gianni Morandi: “Sanremo 2022 è stato il mio penultimo. Un aspetto non dimenticherò mai”. Gianni Morandi su Sanremo 2022 e non solo, il cantante racconta i retroscena dietro le quinte della sua avventura alla kermesse in una intervista a ‘Tv Sorrisi e Canzoni’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
Gianni, perché le è venuto in mente di tornare in gara a Sanremo?
«Al Festival le avevo già provate tutte: avevo gareggiato, avevo fatto l’ospite, l’ho condotto nel 2011 e nel 2012… Quando Lorenzo mi ha proposto “Apri tutte le porte”, è venuta fuori l’idea di portarla a Sanremo, cantandola insieme come ospiti. Però poi ho riflettuto: l’ospite viene trattato bene, ma passa e va, mentre io avevo proprio voglia di ributtarmi nella mischia. Certo, mia moglie Anna ha detto: “Ma cosa ci vai a fare!”, e poi quando abbiamo visto la lista dei concorrenti, davvero interessantissima, un po’ ci gasavamo e un po’ ci preoccupavamo… Ma a me piace mettermi in gioco».
Come pensava di piazzarsi?
«Speravo di rimanere attorno al decimo posto, di non scivolare nelle ultime posizioni, ma vedo che anche chi è arrivato in fondo sta andando bene in radio, e allora… E poi ci si consola sempre pensando che Vasco è arrivato ultimo. Però quando sei lì, la senti la gara! Quest’anno, comunque, Mahmood e Blanco hanno vinto strameritatamente, senza rivali. Mahmood lo conoscevamo: è un autore notevole! Blanco, invece, per me è stata la grandissima rivelazione del Festival. Quando alla premiazione ha detto che vorrebbe essere come Gianni Morandi, magari vuol dire che spera di avere anche lui 60 anni di carriera davanti, ma io gliene auguro cento».
Gianni Morandi: “Sanremo 2022 è stato il mio penultimo”
Lei è arrivato terzo, ma ha vinto la serata delle cover e il premio Lucio Dalla, dato dalla Sala stampa. Per che cosa ha gioito di più?
«Di questo Sanremo ricorderò il duetto con Jovanotti: ci siamo divertiti moltissimo. Non era scontato che Lorenzo venisse e io non volevo obbligarlo. Gli avrei reso omaggio mischiando canzoni sue e mie, arrangiandole con quel maestro di Mousse T. Poi, una settimana prima, Lorenzo mi ha fatto capire che invece sarebbe venuto: ha addirittura chiamato casa Armani a Milano chiedendo quelle due giacche bianche elegantissime!».
[…] Dopo la premiazione che cosa ha fatto?
«Siamo saliti su un van per andare a cena, ho messo la canzone a tutto volume e ci siamo fermati a ogni capannello di gente: due di notte, giù il finestrino e musica a palla! Venivano tutti a salutarmi, a cantare, a farsi una foto con me. Al ristorante abbiamo brindato, poi ho preso una pizzettina e siamo andati a dormire. Dormire… Con l’adrenalina che avevo mi sono addormentato alle 6 e mi sono svegliato alle 7».
Mahmood, Blanco, Ditonellapiaga, Rkomi, La rappresentante di lista, Irama… È stato anche un Festival di nomi d’arte. Non le manca un nome d’arte?
«Non ci ho mai pensato. Lucio Dalla all’inizio mi chiamava “Il pazzo di Monghidoro”; poi, visto che ogni tanto avevo degli “scatti” da montanaro, era passato a Psyco… Psyco sarebbe stato un bel soprannome, no? Io però mi sono limitato a passare da Gian Luigi a Gianni».
[…] Due anni fa l’Oscar al Miglior film è stato vinto da “Parasite”: nella colonna sonora c’era la sua “In ginocchio da te”. Il 27 marzo potrebbe vincere l’Oscar come Miglior film di animazione “Luca”, e ci sono due sue canzoni: “Andavo a cento all’ora” e “Fatti mandare dalla mamma…”. Non è che si festeggia di nuovo?
«“Luca” è candidato? No, dai: sarebbero troppi premi! Per me è già un piacere sentire che i bambini vedono “Luca” e cantano le mie canzoni. E poi si crea un cerchio strano: i bambini sentono Morandi, come le loro mamme, le loro nonne, le loro bisnonne…».
Gianni Morandi: “Sanremo 2022? Un aspetto non dimenticherò mai”
Ma lei è sempre naturalmente Morandi o qualche volta deve interpretare “Gianni Morandi”?
«Qualche volta può capitare, ma mai nella musica. Mi rendo conto, però, che se sto camminando e ho qualche pensiero o sono incavolato, basta che una persona mi saluti e subito mi viene da sorriderle, perché penso che la gente non voglia vedermi triste. Alberto Sordi diceva che quando gli chiedevano come stava, rispondeva: “Benissimo!”, anche se aveva dei problemi, perché non voleva rompere le scatole alla gente, farle pesare i suoi pensieri. Il mio incidente del 2021 è stato grave, mi sono bruciato veramente tutto, sono stato a lungo in ospedale… Ma penso che sono riuscito a uscire da quel falò di sterpaglie, che ho salvato la mia faccia e, soprattutto, la vita, e allora sento che sono stato fortunato e vedo la cosa in positivo. Anche questo mi unisce a Jovanotti: anch’io penso positivo perché sono vivo».
Festival di Sanremo del 2023: ci sarà?
«Non lo so. Però so per certo che il Festival del 2022 è stato il mio penultimo».
[…] Parliamo del duetto Morandi-Jovanotti: qual è stata la parte più entusiasmante da interpretare?
«L’aspetto più bello è stato il crescendo di emozioni dei brani, per cui ho dovuto segnare l’aumento di ritmo dell’esibizione anche attraverso il mio corpo e le mie mani. In “Un mondo d’amore” ho trovato l’ostacolo più difficile: rendere i versi “C’è un grande prato verde dove nascono speranze che si chiamano ragazzi, quello è il grande prato dell’amore”… Io ho fatto nascere dal prato dei cuori che si amavano tra loro. La parte più bella, invece, è stata l’immagine dell’onda in “Penso positivo”, quell’onda “che viene e che va” e che si porta via tutti i pensieri negativi, che diventa un terremoto di emozioni che travolge tutto».
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