Lo studio dei geni Brca1 e Brca2, famosi con Angelina, ora vengono approfonditi in Italia per la cura di molti tumori
Dopo che Angelina Jolie ha reso pubblica la sua storia familiare, la madre si era ammalata di cancro al seno, ed ha provveduto alle analisi sui geni Brca1 e Brca2, associati a un maggior rischio di tumori del seno e dell’ovaio, le donne hanno cominciato ad informarsi di più, chiedono le analisi genetiche per scoprire il rischio di tumori femminili.
Una ricerca condotta dall’IFOM di Milano spiega il ruolo dei due geni Brca1 e Brca2 nella diagnosi dei principali tumori femminili e maschili, lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica Molecular Cell, punta inoltre all’individuazione di nuove molecole da sperimentare nella lotta al cancro a mammella e ovaio.
I geni BRCA1 e BRCA2 sono stati scoperti negli anni Novanta e da subito hanno assunto un’importanza fondamentale nella diagnosi dei tumori soprattutto della mammella e dell’ovaio, e nella nostra capacità di comprendere quello che succede quando una cellula normale si trasforma in una cellula tumorale. All’inizio sono stati studiati per il loro l’impatto, quando mutati, nel predisporre all’insorgenza dei principali tumori femminili.
Tuttavia, i recenti progressi delle tecniche di sequenziamento del DNA hanno messo in evidenza l’enorme importanza dei geni BRCA anche per tumori maschili come quello della prostata e in malattie ancora difficilmente curabili come il cancro del pancreas e del polmone. Da poco si è riusciti a comprendere a fondo la funzione dei geni BRCA, in particolare del gene BRCA2, grazie alla ricerca effettuata nel laboratorio di IFOM diretto da Vincenzo Costanzo.
La ricerca è stata sostenuta da finanziamenti di AIRC, ERC e Fondazione Armenise-Harvard.
In assenza del gene BRCA2, cosa che avviene di frequente nei tumori umani, la proteina Mre11 degrada liberamente il DNA, creando delle discontinuità che portano a lesioni della doppia elica. Tali lesioni sono riparate in modo non corretto da altri geni, che inseriscono così una serie di errori nella sequenza del DNA.
Per queste ricerche il team IFOM diretto da Costanzo si è servito di potenti microscopi elettronici che hanno permesso di evidenziare per la prima volta al mondo la struttura del DNA in assenza di BRCA2: le immagini hanno rivelato la presenza di numerose discontinuità, ossia di veri e propri buchi nella doppia elica che predispongono alla formazione di forche di replicazione invertite, poi attaccate da Mre11 in assenza di BRCA2.
“Questi studi – aggiunge Costanzo, consentono anche di capire come funzionano i farmaci che si stanno sperimentando nel tumore della mammella e ovaio, i cosiddetti inibitori di PARP che sfruttano la debolezza intrinseca delle cellule tumorali che non hanno BRCA, prevenendone la riparazione e quindi inducendo la morte delle cellule che accumulano tali lesioni”. Vincenzo Costanzo, che ha fondato il suo laboratorio di Metabolismo del DNA all’IFOM nel 2013 dopo aver vinto il grant Career Development Award della Fondazione Armenise-Harvard, ha lavorato per oltre 10 anni negli Stati Uniti e in Gran Bretagna prima di tornare in Italia. Lo sforzo di Costanzo nei prossimi anni sarà di identificare nuove molecole che possano uccidere i tumori dipendenti dai geni BRCA basandosi sulle nuove conoscenze e servendosi della nuova drug discovery unit di IFOM.
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