Caterina Balivo: “Politicamente corretto è troppo soprattutto in un caso. Io cattiva? Woody Allen aveva ragione”. Caterina Balivo è al timone di Cattivissim*, il nuovo programma in onda su Rai Radio2 (e in Visual su Rai Play) dalle 16 alle 17, ne ha parlato in una intervista a Vanity Fair. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
Perché la radio?
«Mi è sempre piaciuto fare radio, la mia ultima esperienza è stata 10 anni fa e quindi quando il direttore Paola Marchesini me l’ha proposto ho detto subito di si, con entusiasmo. Mi piace poter costruire da zero, ancora una volta, un programma che possa essere anche un po’ controcorrente nel pieno del periodo delle Feste dove si dice di essere tutti più buoni mentre noi no, non vogliamo esserlo».
[…] Si considera più buona o più cattiva?
«Penso di essere una persona molto leale e schietta, motivo per cui ai più potrei sembrare cattiva. Non mi piace il buonismo imperante, non le mando a dire e quindi, nella società di oggi, potrei sembrare più cattiva che buona».
Sostiene Woody Allen: «Il mondo si divide in buoni e cattivi. I buoni dormono meglio ma i cattivi, da svegli, si divertono molto di più». È d’accordo?
«Devo ammettere che Woody Allen ha ragione. Si divertono molto di più quelli che si svegliano cattivi e pensano già a che cattiverie mettere in pratica appena svegli. Attenzione, qui però parliamo di una cattiveria con una determinazione e una tenacia alla cazzimma napoletana. Noi da piccole, per esempio, ci divertivamo a chiudere mia sorella in bagno e a farle sentire il rumore delle galline, facendo finta che stessero per arrivare da lei, cosa ovviamente non vera».
Caterina Balivo: “Politicamente corretto è troppo quando ammazza l’ironia”
Siamo nell’epoca del politicamente corretto, cosa non si può più dire secondo lei?
«Oggi ci sono tante parole che non si possono dire, tanti temi che è meglio non affrontare pubblicamente. Ci sono, allo stesso modo, parole che se usate bene e in modo appropriato possono fare delle battaglie, come ci sono delle parole che non si devono pronunciare e io sto molto attenta a non pronunciarle perché vedo che i miei figli, non conoscendole e non sentendole, non le useranno in futuro, e useranno invece le parole corrette».
Quando è troppo?
«Per esempio, può succedere quando si parla di femminismo. In certe occasioni, è diventato tutto un po’ pesante, a volte esagerato, e lo dico da donna indipendente che ama essere madre e moglie lavoratrice. Il politicamente corretto è troppo quando si ammazza l’ironia, quando si tende a tutti i costi ad andare contro un’idea, attaccare un pensiero che magari in realtà poteva essere divertente».
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