Nanni Moretti: “Berlusconi al Quirinale? Gli italiani hanno un difetto. Roma estenuante, ha un problema serio”. Nanni Moretti su Berlusconi al Quirinale e non solo, il regista romano parla a tutto tondo in una intervista rilasciata al portale spagnolo El Pais.
Su Mario Draghi. “Potrebbe essere un personaggio molto morettiano se ci pensi. Quella sofisticata ironia, la sua discrezione, l’intelligenza gesuita…? Ora se ti rispondo, intitolerai: “Farò un film su Draghi” oppure “Non farò un film su Draghi…”. 10 mesi fa c’è stato un momento in cui la politica ha fallito e sono andati a cercarlo. Ma vedremo cosa accadrà”.
Su Franco Battiato. “L’ho visto in uno dei suoi ultimi concerti a Roma. Ma il ricordo di lui mi trasporta in una notte in Sicilia, nella piscina di Acireale. Abbiamo lavorato dalle sei del pomeriggio alle cinque del mattino. Stavo girando Palombella rossa, un film che si svolge in una piscina in un gioco che inizia di giorno e finisce di notte. Suonava E ti vengo a cercare, e 300 comparse nella tribuna che la cantavano in coro. Tutta la notte. Finché gli affamati si misero a gridare: “Moretti, Moretti, vogliamo li cornetti”. Non abbiamo avuto un grande rapporto personale. Anche se lo amavo come musicista, e anche come persona”.
Su Papa Francesco. “Non sono credente. Piuttosto ateo. Anche se non sono d’accordo con la famosa frase di Buñuel: “Per grazia di Dio”. È il contrario, sono arrabbiato per esserlo. Ma questo Papa mi sembra l’ideale per questo momento storico. È la persona giusta al posto giusto al momento giusto. E mi sembra incredibile che in Vaticano ci siano pezzi di clero che gli dichiarino guerra. Non capisco come un prete, un vescovo o un cardinale possano non essere d’accordo con Francesco”.
Nanni Moretti: “Berlusconi al Quirinale? Gli italiani hanno un difetto”
Su Berlusconi. “Ho fatto politica perché un uomo con un impero mediatico era Presidente del Consiglio dei ministri. E questo, a me che sono molto sportivo, mi sembrava una grande anomalia in una democrazia. Al Quirinale? Più che strano, è incomprensibile. Ma prima dicevo che gli italiani non sono bravi a prendersi la responsabilità delle parole e delle azioni. Abbiamo la memoria molto corta”.
Sulle serie tv. “Vanno troppo veloci per i miei ritmi. Non c’è tempo per pensare durante l’elaborazione. E poi ci sono piattaforme molto invasive, arroganti. Si intromettono in ogni aspetto. Più che piattaforme, sono visioni del mondo. E questo non mi piace”.
Su Roma. “È oggi una città sempre più estenuante. Il trasporto, per esempio, è un problema molto serio. Nella Capitale il tempo dei cittadini non vale niente e questa faccenda lo danneggia ancora di più. Puoi passare tre quarti d’ora in attesa di un autobus o ore nel traffico sul Lungotevere. È una città faticosa. Ma non vivrei in un altro posto. Governare Roma è una delle professioni più difficili al mondo. La passione o l’onestà non bastano. Bisogna avere lucidità, competenza, bravi collaboratori e tempo per cambiarla”.
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