X Factor, Baltimora: “Questa vittoria ha soprattutto un significato. Io timido? La realtà è un’altra”. X Factor, Baltimora, il cantautore che ha vinto l’ultima edizione del talento show di Sky, si racconta a tutto tondo in una intervista a ‘Il Giornale’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
Cosa significa per te questa vittoria?
«Significa credere di più in ciò che faccio e poterlo fare al livello cui ho sempre aspirato, da serie A. È un sogno gigantesco. E adesso spero che tutte le persone a cui sono piaciuto continuino a seguirmi».
Hai sempre lavorato anche per altri musicisti. Cambierà qualcosa adesso?
«No, continuerò a produrre nel piccolo studio di casa mia ad Ancona e a Milano, dove vivo adesso, con i miei piccoli mezzi. Per me cantare e produrre musica restano e resteranno il divertimento di sempre».
Ti piacerebbe andare a Sanremo?
«È il sogno di qualunque cantante o cantautore. Sarebbe il più grande riconoscimento. Se si presentasse l’occasione sarebbe impossibile dire di no».
[…] Perché hai scelto di chiamarti Baltimora?
«Il 6 aprile ho compiuto vent’anni e ho deciso di cominciare a pubblicare i miei brani: come primo ho scelto Baltimora e mi sono dato lo stesso nome. È un pezzo che mi ha accompagnato nella mia crescita, ci ho messo quattro anni a finirlo: ho cominciato a scriverlo in seconda superiore e l’ho finito sei mesi fa. L’ho messo on line e per fortuna gli scout di X Factor l’hanno scovato».
Perché prima tenevi chiusi nel cassetto i tuoi brani?
«Perché sono un perfezionista, volevo che fossero all’altezza di essere ascoltati. Per fortuna ora mi sono un po’ sbloccato».
X Factor, Baltimora: “Questa vittoria ha soprattutto un significato”
[…] Che cos’è per te la musica? Quando e come hai cominciato?
«La musica è divertimento. Ho iniziato in maniera casuale quando alle elementari i compagni non hanno più voluto fare l’ora di musica. Allora ho chiesto a mia madre di trovarmi un insegnante di piano privato e non ho più smesso».
Dove trovi ispirazione?
«Scrivo soltanto quando provo emozioni positive, perché quando si è tristi si tende a buttare fuori la rabbia senza pensare bene. Poi quando c’è da finalizzare un brano mi chiudo in studio. A volte parto dal testo, altre dalla musica».
Ti descrivono come timido, introverso…
«In realtà lo sono soltanto con chi non conosco, tendo a essere composto, a non esagerare, per tutto il resto sono una persona normale, non mi sento e non mi sentirò mai una star».
[…] Chi è per te Hell Raton, il tuo coach, che ti ha incitato a uscire dalla cameretta e a spiegare le ali?
«La cosa più importante che mi ha insegnato è lavorare in gruppo. Io sono sempre stato abituato a lavorare da solo ed è stato bello essere quello che si fa aiutare».
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