Suicidio assistito in Italia, primo via libera ad un malato: “Sono stanco, nessuno può dirmi che non sto troppo male”. Il comitato etico dell’Asl delle Marche (Asur) ha attestato che Mario (nome di fantasia di un tetraplegico immobilizzato a letto da dieci anni) possiede i requisiti per l’accesso legale al suicidio assistito. A riportare la notizia è ‘La Stampa’, secondo cui il via libera è arrivato dopo due diffide legali all’Asur e l’aiuto offerto dall’ associazione Luca Coscioni.
Mario è il primo malato in Italia a ottenere il via libera al suicidio medicalmente assistito, dopo la sentenza ‘Cappato-Dj Fabo’ emessa dalla Corte Costituzionale. “Mi sento più leggero, mi sono svuotato di tutta la tensione accumulata in questi anni”, il commento di Mario dopo aver letto il parere del Comitato etico, reso noto dal’Ass. Coscioni.
Suicidio assistito in Italia, primo via libera ad un malato
Il primo malato ad aver ottenuto il via libera al suicidio assistito in Italia, attraverso un filmato ha espresso la sua richiesta: “Sono stanco e voglio essere libero di scegliere il mio fine di vita. Nessuno può dirmi che non sto troppo male per continuare a vivere in queste condizioni. Condannarmi a una vita di torture. Si mettano da parte ideologie, ipocrisia, indifferenza, ognuno si prenda le proprie responsabilità perchè si sta giocando sul dolore dei malati”, dice Mario in un video.
Quello del paziente è un “calvario dovuto allo scaricabarile istituzionale”. Questo il commento di Marco Cappato, Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni. “Dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha a tutti gli effetti legalizzato il suicidio assistito, nessun malato ha finora potuto beneficiarne, in quanto il Servizio Sanitario Nazionale si nasconde dietro l’assenza di una legge che definisca le procedure”, ha detto Cappato.
Seguici anche su Facebook. Clicca qui per diventare fan della nostra pagina
Leggi anche:
Aosta, maxitruffa nel settore energetico ha generato il rincaro bollette: 22 arresti
Aggiungi Commento