Claudia Gerini: “Tapirulàn? Da protagonista a regista per un motivo. Filumena Marturano il mio sogno”. Claudia Gerini su Tapirulàn, l’attrice parla del film, in uscita la prossima primavera, che la vede nei panni della protagonista ma che segna anche il suo esordio come regista. Ne ha parlato in una intervista a ‘Il Corriere della Sera’, della quale vi proponiamo alcuni passaggi
«Il counseling online è una consulenza psicologica. Una sorta di pronto soccorso cui ricorrono le persone in certi momenti cruciali di crisi, di disagio emotivo, per avere un aiuto immediato, che si può ottenere semplicemente grazie a un app. Emma è quindi una donna iper connessa e lo fa da casa, in una condizione di autoreclusione. La sua vita è molto connessa, e al tempo stesso disconnessa nei confronti di vere e proprie, tangibili relazioni umane e sociali».
[…] Perché ha scelto questa storia per esordire da regista?
«In realtà ero stata approcciata dagli autori della sceneggiatura, Antonio Baiocco e Fabio Morici, per esserne la protagonista. La storia mi era subito piaciuta e ho deciso di fare un passo avanti e dirigermi in prima persona. Ho assunto una responsabilità maggiore. È un compito più difficile ed entusiasmante, ma mi sono circondata di persone professionali, con cui mi confronto. Partecipo anche alla produzione: è un film indipendente a basso costo, si svolge tutto in un luogo e anche psicologicamente mi sembra di poterlo governare».
Claudia Gerini: “Tapirulàn? Da protagonista a regista per un motivo”
Come si è preparata al ruolo attoriale?
«Tutte le volte che interpreto un personaggio che svolge un determinato mestiere, lo studio attentamente. Per esempio, nel film La sconosciutadiretto da Tornatore, impersonavo una creatrice di gioielli, quindi ho imparato a gestire la materia, ma anche se impersono una violoncellista cerco di imparare quanto meno a tenere in mano lo strumento, oppure la tennista devo saper tenere in mano una racchetta… Stavolta mi sono molto allenata fisicamente come runner: recitare mentre corri non è facilissimo»
Una runner psicologa…
«Qui ho attinto alla mia esperienza. Sono andata per almeno 6 o 7 anni in analisi, quando mi sono separata da mio marito e in vari altri momenti della mia vita, trovando un supporto valido in chi mi analizzava. L’analista stesso ha i suoi problemi personali, le sue paure, ma li mette da parte e offre al paziente un ascolto totale. In questo momento abbiamo tutti bisogno di ascolto. Abbiamo vissuto in uno stato di isolamento e di comunicazione globale col resto del mondo grazie ai social. Ma ritrovarsi insieme fisicamente, potendo usare tutti e cinque i sensi e non limitandosi al rapporto virtuale, è tutt’altra cosa. Emma dovrà uscire dal suo isolamento».
Neo-regista, ma soprattutto attrice.
«Il mio punto di riferimento è sempre stato Monica Vitti, bella, magnetica, ironica… ho amato tutto di lei, dai ruoli drammatici a quelli comici, è sempre stata capace di esprimere le più disparate sfumature interpretative. Un’icona del nostro cinema».
E quale personaggio sogna di poter, prima o poi, incarnare?
«Beh, Filumena Marturano! Quale attrice non sogna di interpretarla?».
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