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Panatta: “Tognazzi e Villaggio mi fecero perdere un match decisivo. Due domande non sopporto più a 70 anni”

Panatta: “Tognazzi e Villaggio mi fecero perdere un match decisivo. Due domande non sopporto più a 70 anni”. Adriano Panatta su Tognazzi e Villaggio, l’ex campione di tennis, e di off-shore, ripercorre alcune tappe della sua carriera in una intervista a ‘Libero quotidiano’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

Quando si hanno 70 anni e oltre, di cosa non se ne può più?
«Di giornalisti che ti chiedono della Coppa Davis in Cile o della beffa a Wimbledon nel 1979».

Vogliamo rammentare che sei stato campione mondiale di off-shore mentre tutti ti ricordano come il più grande tennista italiano?
«Sssst, ti sentisse Pietrangeli… Vero, ho gareggiato tanti anni in motonautica, ho vinto il mondiale classe Evolution nel 1991 e ho il record di velocità. Ma pochi lo ricordano».

Una curiosità: Adriano Panatta ha mai fatto figuracce nella sua vita esemplare?
«Una epocale con Mina. Erano tempi in cui mi squillava sempre il cellulare. Un giorno, a Forte dei Marmi, l’ennesimo esasperante trillo: ciao Adriano, sono Mina. E io: sì, e io sono Ornella Vanoni… Le chiusi il telefono in faccia».

Panatta: “Tognazzi e Villaggio mi fecero perdere un match decisivo”

Ci racconti di quel meraviglioso doppio Panatta-Villaggio contro Pietrangeli-Gassman?
«Vittorio voleva vincere a tutti i costi, era un agonista pazzesco, un ex azzurro di basket. Di Paolo amavo il lato comico, grottesco e cinico. Però non ricordo chi vinse quel doppio».

Vero che Tognazzi ti fece sfumare un torneo?
«Ugo e Villaggio mi telefonarono prima di un match decisivo a Montecarlo: Adriano, ceniamo insieme alle 20 così vai a letto presto. Arrivarono a mezzanotte! Mangiammo all’una, poi ho passato la notte a soccorrere Ugo che vomitava nelle aiuole del Casinò. Il giorno dopo Vilas mi ha massacrato».

Il tuo amico Borg ha rovinato per davvero il tennis?
«Glielo dicevo per farlo arrabbiare. Lui controbatteva: tu, Adriano, dovresti sfruttare meglio il tuo gioco… E io: scherzi? Per diventare uno come te?».

Come si può far rifiorire la poesia nel tennis? Il metodo “pof… pof” che hai decantato in quel celebre cameo?
«Oggi è impossibile. Tutto cambiato. E poi il metodo pof è una filosofia esistenziale. Ma tu non puoi capi’…».

Ultima pallina: il giorno che vinse il Nobel, Albert Camus disse: “Ho il Nobel ma anche una strana sensazione di malinconia…”. Vero che l’hai provata anche tu, dopo il trionfo al Roland Garros 1976?
«È così. La felicità evapora in un attimo. E la vita è adesso».

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