Rocco Hunt: “Green pass? Ormai discorso politico. Pago le tasse e mi pongo una domanda sullo Stato”. Il cantante campano parla a tutto tondo toccando anche un tema molto in una intervista a FqMagazine de ‘Il Fatto quotidiano’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
Qual è stata la tua rivoluzione?
“Parlo di una rivoluzione mia personale e non incito a nessuna rivoluzione fisica. La mia rivoluzione nasce dai miei sacrifici e da quelli della mia famiglia. Questo disco è quello che ho passato dall’ultimo album ad adesso e ci sono tutte le sfaccettature di me a partire dal rap al pop al reggaeton e alla bachata. Ora è arrivato il momento di tornare alle mie radici e a chi sono veramente. Le cicatrici rappresentate sulla cover del disco rappresentano un po’ il mio trascorso e le mie radici che sono rimaste aperte a rappresentare il passato senza mai rinnegare il presente”.
[…] Cosa ne pensi di chi protesta contro i Green Pass?
“Ogni persona credo che abba il diritto di protestare e credere nelle proprie idee e opinioni. Nel nostro Paese ognuno ha i propri valori. Io ho il Green Pass quindi ho poco da protestare, sono stato ‘costretto’ ma ormai si tratta di quello, a prescindere dal discorso sanitario ormai è un discorso quasi politico”.
Rocco Hunt: “Green pass? Settore spettacolo ultimo a ripartire, perché?”
Perché politico?
“Sono andato in Spagna tre volte e mi hanno chiesto solo una volta il Green Pass. Eppure la curva italiana dell’epidemia va di pari passo con gli altri Paesi, non è che siamo del tutto salvi. Ribadisco è tutto un discorso politico. Ci siamo chiusi in casa, abbiamo lavato spesso le mani, abbiamo messo le mascherine, abbiamo usato il gel… Però fateci tornare a fare i concerti.
Qui non si parla di come mettere mille persone in un club ad ascoltare la musica quando poi vai nei locali e nelle discoteche dove ci sono cinquemila persone ammassate oppure fuori dai bar diecimila persone a bere drink senza distanziamento. C’è ipocrisia. Mi sembra ridicolo vedere migliaia di persone ammassate che entrano ed escono dallo stadio mentre non riusciamo ad organizzare un concerto con 2-3mila persone al chiuso.
Il nostro è l’ultimo settore a dover ripartire e per questo sono arrabbiato, sono due anni che aspetto di fare il tour. Per carità io non mi lamento, sono fortunato e mi è andato tutto bene, il problema è dei lavoratori dello spettacolo che non possono tornare al lavoro. Ho rimandato diverse volte il tour, dovrebbe ripartire a marzo 2022″.
Rocco Hunt: “Green pass? Ormai discorso politico”
Il settore dello Spettacolo è dimenticato?
“Io dico una cosa, allo Stato verso contributi anche in maniera importante a fine anno ma mi chiedo perché lo Stato non è il mio socio anche nelle difficoltà? Adesso è arrivato il momento di dover ripartire. Io rispetto le regole ma non giudico chi protesta in piazza perché avranno loro motivi per protestare”.
In “Vada come vada” canti: “Non ho tradito mai un fratello ho fatto solo i soldi per fuggire lontano dai guai”. Hai perso qualche amico?
“Uno dei miei grandi successi personali è che ho ancora attorno a me gli amici di dieci anni fa e condivido i miei successi con loro. Non ho mai tradito un fratello. Ho fatto delle scelte come quello di fare un genere per tutti e allargare le mie vedute. È stata una esigenza personale perché a prescindere dalla passione della musica non potevo perdere ulteriore tempo. Vengo da una famiglia umile e se non avessi sbloccato la mia vita in un momento preciso non lo avrebbe fatto nessuno. Le scelte commerciali le ho fatte per motivi personali, bisognava portare i risultati a casa”.
Andrai a Sanremo?
“Amadeus lo stimo moltissimo e mi è spiaciuto non aver potuto conciliare la mia esigenza con la sua conduzione. Sono stato ospite diverse volte da lui e merita tutto il successo che ha avuto. Quest’anno Sanremo non rientra nei miei progetti, mi ha dato molto ma come diceva Califano ‘non escludo il ritorno’”.
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