Vasco Rossi: “Mia moglie non una fan, ma è un’altra cosa. Pandemia? Sono spaventato da un aspetto”. Vasco Rossi e la moglie, ma anche la pandemia, i concerti e non solo, il cantante a cuore aperto in una lunga intervista rilasciata ai microfoni di ‘Tv Sorrisi e Canzoni’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
Vasco, tu dici che “Siamo qui”. Ma chi siamo?
«Siamo i soliti, o meglio gli insoliti, gli stessi di “Siamo solo noi”, solo che siamo cresciuti, cambiati».
In che modo?
«Abbiamo un sacco di consapevolezze in più. Per esempio, che si impara molto dai propri errori. Quello che mi ha stupito, e a volte ferito, è che le consapevolezze non consolano mai».
Canti anche che siamo «pieni di guai» e «soli e delusi».
«Questi non sono i guai di “Vita spericolata”, ma i guai dell’esistenza umana: non ci piangiamo addosso, ma ne prendiamo atto. Pensiamo di essere quello che possediamo, crediamo con arroganza di essere artefici del nostro destino mentre siamo in balìa della natura, gettati in una vita senza senso».
Vasco Rossi: “Mia moglie? L’ho scelta perché…”
E poi c’è l’ignoranza di cui canti in “XI comandamento”.
«Mi spaventa la valanga dei populismi, degli estremismi. Ma l’ignoranza si affronta prima, con l’educazione al rispetto per se stessi e per gli altri. Cose che non vedo fare più, non si fa altro che fomentare la rabbia e alimentare l’ossessione per il profitto. Non la vedo molto bene per questa umanità».
La pandemia ti ha reso così pessimista o è un’oscurità che covavi dentro di te?
«Ho sempre pensato che ci fosse qualcosa di sbagliato nella nostra organizzazione sociale. La pandemia mi ha fatto vedere più chiaramente la nostra fragilità».
Non c’è una speranza?
«Sono convinto che in qualche modo l’umanità se la caverà. Il futuro è oscuro, ma l’avvenire è imprevedibile (sorride)».
[…] Fare una famiglia all’apice del successo non dev’essere stato facile.
«Era una sfida, ma io ho scelto la Laura perché non mi seguiva come artista. Io in casa non ho una fan, ma una donna con la sua testa e il suo mondo. Certo, ora conosce il mio lavoro, ma non è quello che ci unisce: lei è la madre, io sono il padre, e quello che conta è dare vent’anni di serenità a chi abbiamo messo al mondo».
In lockdown avrete passato più tempo insieme.
«All’inizio pensavo che avremmo avuto dei problemi, ma ho riscoperto ancora di più quanto stiamo bene insieme. Mi mette allegria e ci siamo rafforzati. Per fortuna la casa è grande, ognuno doveva avere i suoi spazi!».
E due anni senza palco?
«Guarda, ho una voglia di fare concerti che non so cosa succederà quando salirò sul palco. Non voglio sbilanciarmi troppo: abbiamo ancora un lungo inverno davanti. Ma sarà una festa per tutti. Intanto mi devo preparare molto prima, faremo delle prove più lunghe del solito, anche per i musicisti che sono fermi da tempo».
[…] Qual è la cosa che ti manca di più dei concerti?
«L’adrenalina del palco e della preparazione… Molti non sanno quanto lavoro c’è dietro. Questa pandemia mi ha fatto capire quanto è importante la musica per me, suonare e stare insieme».
Vasco Rossi: “Mia moglie non una fan, è ben altro”
E adesso dovrai tornare a correre ogni mattina…
«E dovrò fare anche della gran dieta. Il mio progetto per novembre è: non mangiare! E non bere (ride)!».
Perché, hai un po’ esagerato in questi mesi?
«No, ma stare troppo fermo mi ha fatto… “lievitare” un po’».
Perché senza l’obiettivo dei concerti non è che ti piaccia allenarti.
«Ma neanche un po’ (ride), ci vado solo per quel motivo lì. I miei amici mi prendono in giro perché dicono che sono molto sportivo, ma solo perché metto sempre su Instagram i video di quando faccio sport. Sui social scegli di mettere soltanto un aspetto di te».
In un mondo senza social, saresti sparito per due anni. Invece sei sempre stato vicino ai fan.
«Mi ha aiutato molto. Delle volte sento che non dovrei essere così presente e collegato, ma non c’è niente da fare, non resisto. E poi penso che sia un’attività creativa».
I social però ti fanno pure arrabbiare, come nel brano “Tu ce l’hai con me”.
«Penso che facciano anche molti danni e a volte tirino fuori il peggio della gente. Però almeno i ragazzi comunicano molto più di prima».
E che effetto ti fa l’idea che a portare la bandiera della musica italiana nel mondo sia una rock band?
«Sono contentissimo per i Måneskin. Trovo che la loro canzone di Sanremo sia la “Siamo solo noi” di oggi. Mi sembrano solidi, la gavetta in fondo l’hanno fatta. Spero che continuino così».
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