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Bianca Atzei: “Aborto? Il medico mi ha gelata con una frase. La cosa bella che mi resta è l’affetto”

Bianca Atzei: “Aborto? Il medico mi ha gelata con una frase. La cosa bella che mi resta è l’affetto”. Bianca Atzei, 34 anni, parla del figlio che ha perso con il compagno Stefano Corti in una intervista rilasciata ai microfoni de ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

Bianca, perché ha deciso di condividere sui social la sua esperienza?
«Perché sui social va sempre tutto bene, siamo belli, sorridenti, io per prima ritocco le mie foto giocando con i colori, prima di pubblicarle. Sento la responsabilità di essere un personaggio pubblico e cerco di essere lieve, per alleggerire chi mi segue. Ma dopo quello che era successo non potevo far finta di niente, sarei stata disonesta».

La vostra è stata una gravidanza cercata e desiderata.
«Sì, ma dopo un anno che non succedeva nulla abbiamo deciso di farci aiutare. Quando provi un desiderio così forte ti sembra di vedere donne in dolce attesa ovunque, e non sei tu: nelle pubblicità, per strada. Chi ti dice smetti di pensarci che poi arriva dice una sciocchezza: oggi non è automatico per una donna, anche della mia età, restare incinta».

Così ha scelto la strada della fecondazione assistita.
«E non è stato facile, devi essere super disponibile, le punture in pancia sono pesanti, te le fai da sola, non è facile trovarle, sono costosissime. Poi, quando scopri che sei rimasta incinta, all’inizio devi fare i controlli un giorno sì e uno no, smetti di fare tutto quello che può mettere a rischio la gravidanza. Ti accorgi subito dal seno che il tuo corpo sta cambiando, cominciano le nausee, ti senti diversa. Soprattutto, sei felice».

Bianca Atzei e l’aborto: “L’affetto di tutti è la cosa bella che mi resta”

Come si è accorta che qualcosa non stava andando bene?
«Quasi al quarto mese, la notte prima di un’ecografia importante. Avevo un grandissimo mal di testa, e non ne ho mai sofferto, tant’è che ho detto a Stefano: “Domani facciamo un tampone perché forse è il Covid”. Il mattino dopo il medico mi ha gelata: “Non c’è più battito”».

Sui social ha scritto che non bisogna sentirsi in colpa.
«È vero. Perché dopo un aborto ti chiedi: ma cosa ho sbagliato? Cosa ho fatto che non dovevo? In che cosa non sono stata abbastanza attenta? Ti colpevolizzi. La ginecologa prova a tranquillizzarti: non dipende da te, può succedere. Ne ho parlato anche con la mia psicologa: tutte, dopo, si sentono in colpa».

Si aspettava l’ondata di affetto che è arrivata?
«No, ed è la cosa bella che mi resta. Ci siamo date forza a vicenda: io raccontando la mia storia, le altre donne scrivendomi le loro. Alcune hanno perso il figlio al nono mese, altre hanno abortito otto volte prima di portare a termine la gravidanza. Storie incredibili che mi hanno fatto sentire meno sola».

Oltre alle persone comuni, le sono stati vicini i colleghi?
«Sì, tantissimi. A partire da Gigi D’Alessio, che per me c’è sempre, Gianni Morandi, Alessandra Amoroso, Carlo Conti e sua moglie. Ma mi dispiace fare i nomi, perché sono stati davvero in moltissimi a manifestarmi affetto».

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