Loredana Bertè: “Cinema? Ho realizzato un sogno. Voglio smentire una leggenda metropolitana”. La cantante si racconta rivelando alcuni retroscena sulla sua lunga carriera e smentendo una “leggenda metropolitana” in una intervista a ‘Tv Sorrisi e Canzoni’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
Loredana si è concessa un cameo nel film “Ancora più bello” di Claudio Norza, sequel del fortunato “Sul più bello”, al cinema dal 16 settembre. Come è “capitata” in questo film?
«Dopo aver fatto di tutto nella mia carriera, avevo un sogno nel cassetto da sempre: un doppiaggio, possibilmente in stile Tim Burton, una cosa gotica. Il desiderio si è realizzato per il mio 70° compleanno con “La famiglia Addams”. Con questo doppiaggio, che è andato benissimo, è iniziata la collaborazione con la Eagle Pictures e con il produttore Roberto Proia, che poi mi ha offerto questa parte nel sequel del suo film “Sul più bello”, e cioè “Ancora più bello”».
[…] Ha detto che a cantare non ci pensava proprio e che fu il compositore Bill Conti a convincerla. Come andarono le cose?
«Stavo lavorando (gratis) al musical di Tito Schipa junior “Orfeo 9”, diretto da Bill Conti, ed è stato in quell’occasione che si è accorto delle mie doti canore. Poi ci siamo ritrovati al Teatro Sistina per le audizioni del musical “Hair” e diciamo che dopo quell’esperienza è nato tutto».
Loredana Bertè: “Cinema? Ho realizzato un sogno”
Si racconta che rifiutò “Pensiero stupendo”… Se ne è mai pentita?
«Questa è una leggenda metropolitana. Quel pezzo purtroppo non mi è stato mai proposto, l’avrei fatto al volo!».
Dopo una grande carriera, dalla fine degli Anni 90 le cose si erano fatte difficili. Poi un duetto con Gigi D’Alessio, nel 2012, che arriva quarto a Sanremo, e le cose ripartono. Sembra che oggi tutti abbiano riscoperto la Bertè: come lo sta vivendo questo grande momento di tributi e onori?
«Gli ultimi otto anni sono stati per me un grande momento di riscatto personale e professionale. La cosa che mi rende più orgogliosa è la trasversalità del mio pubblico».
[…] Sanremo: ci va per la prima volta solo nell’86 e… crea un trambusto. Poi tante altre apparizioni, ma mai la vittoria. Che rapporto ha con il Festival?
«In realtà, quella volta, l’Italia perbenista e bigotta dell’epoca si è concentrata sul look, sul pancione premaman che ho indossato sul palco. Nessuno si è soffermato sul messaggio che volevo trasmettere: “Una donna quando è incinta non è malata, ma è forte, più forte che mai…”. Purtroppo a causa di questo è passato in secondo piano “Re”, lo strepitoso brano scritto per me dal grande Mango. Dovete poi considerare che oltre alla pancia portai all’Ariston il primo pezzo rock della storia di Sanremo. Le chitarre elettriche devono aver spaventato molto il pubblico».
[…] Un suo album in studio manca dal 2018. È la volta buona?
«Direi proprio di sì. L’album nuovo è quasi terminato. Sarà un disco contemporaneo, moderno, con collaborazioni molto interessanti… altro per adesso non posso dire!».
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