Anna Billò: “Io mamma severa, rompo le scatole soprattutto su un aspetto. Il momento più imbarazzante è stato uno”. La giornalista sportiva e conduttrice Sky si racconta in una intervista a ‘Tv Sorrisi e Canzoni’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
Nell’educazione sei una mamma rigida?
«Sono molto severa. Detto regole e rompo le scatole soprattutto sul comportamento. Ho ricevuto un’educazione altrettanto severa dai miei genitori, che però hanno saputo concedermi, via via, le giuste libertà».
E tuo marito?
«È apparentemente “friendly” ma per me è un “brasiliano svizzero” perché anche lui è esigente».
La conduzione della scorsa Champions League che sapore ha avuto?
«Mi sono divertita moltissimo. Per fortuna ho dei colleghi fantastici con i quali sono in sintonia».
[…] La passione per il calcio quando comincia?
«Ho sempre praticato sport, in particolare pattinaggio artistico, sin da piccola, solo che quando bisognava competere ho sempre fatto un passo indietro. Le gare: mai nella vita!».
Eppure hai scelto un mestiere, quello della giornalista televisiva, che è molto competitivo…
«Non ho mai dovuto sgomitare. Ho fatto la mia gavetta interna alla redazione e il passaggio alla conduzione è avvenuto in modo naturale. Sono entrata a Sky il 31 luglio del 2004 e ho svolto tutti i ruoli possibili e immaginabili. Mancava solo quello del centralino (sorride)».
Anna Billò: “Io mamma severa, rompo le scatole soprattutto su un aspetto”
Se detesti le gare, avrai ansia da prestazione.
«Certo, e ho seguito un lungo percorso per tenere a bada l’adrenalina e l’agita- zione che ti salgono prima della diretta».
Temi molto il giudizio?
«Sulla parte estetica i miei figli sono impietosi. Notano se ho una spalla fuori, se i capelli sono legati o sciolti. Mi dicono: “Mamma, oggi malissimo”, oppure: “Sei stata perfetta”».
Sin dall’inizio, quali sono stati i tuoi riferimenti femminili nella conduzione?
«Simona Ventura e Ilaria D’Amico. Sono due icone della tv perché la loro conduzione va al di là del genere sportivo, sono trasversali e capaci di intercettare più fasce di pubblico».
A proposito di trasversalità, ti cimenteresti in un altro genere televisivo?
«Mi diverto a raccontare il calcio. Mi sono specializzata in questo genere. Non mi vedrei a parlare d’altro. Non sono una showgirl. Sono una giornalista sportiva».
Tanto calcio nella tua vita. Qual è stata l’emozione più grande in questi anni?
«Ricordo uno dei primi “bordocampo” a Genova dove, quando piove, in due secondi viene giù il diluvio. Ero pronta per andare in diretta e, una volta in onda, ero totalmente fradicia e inguardabile creando qualche imbarazzo in studio…».
Restando agli esordi, ci puoi raccontare un aneddoto?
«Il momento più imbarazzante è stato quando mio marito mi ha chiesto in diretta di sposarlo».
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