Chiara Gualzetti, la confessione agghiacciante dell’assassino “Colpivo ma non moriva, ero stupito”. Parole agghiaccianti quelle che si leggono nella convalida del fermo del 16enne indagato per l’omicidio di Chiara Gualzetti. La seconda confessione del minore conferma la prima versione, aggiungendo ulteriori dettagli, davvero raccapriccianti se consideriamo che è un ragazzino a pronunciarle.
“Una ricostruzione inoppugnabile”, una storia “a dir poco raccapricciante, sia per i numerosi dettagli macabri e cruenti sia per la freddezza del racconto sia per il movente, che può apparire sotto certi aspetti incredibile e sotto altri estremamente inquietante”. “Ricordo che non moriva e mi sono stupito di quanto fosse resistente il corpo umano”, si legge dagli atti riportati da ‘Il Corriere della Sera’.
Un’ora di domande e risposte per ribadire quel che aveva già detto. Anche stavolta ha raccontato delle sue figure demoniache, soprattutto Samael, l’angelo del giudizio “con cui parlo da molto tempo e che ho anche visto, un uomo di fuoco”. Era rimasto ossessionato dalle serie tv, aveva ammesso ai militari mentre parlava dei suoi “demoni”: “Mi sentivo come nella serie Lucifer”.
Chiara Gualzetti, la confessione agghiacciante dell’assassino
Il giudice che ha confermato il fermo ha accolto la richiesta della procura, poiché quel ragazzo potrebbe uccidere ancora. La sua famiglia è esterrefatta, sua madre, che era presente al’interrogatorio, ha detto: “Sono come in una bolla Mio figlio non ha mai fatto del male a nessuno, stavamo cercando di risolvere il problema degli scatti di rabbia”.
La sorella dice di essere “spezzata in due dal dolore” e che la loro assenza alla fiaccolata per Chiara “non è indifferenza, piuttosto una forma di rispetto per i genitori della ragazza e per la loro sofferenza”.
“Io mi affido alla giustizia, ho fede nella giustizia e la voglio per mia figlia”. Sono le parole pronunciate da Giusi, la madre della 16enne Chiara Gualzetti, alle centinaia di persone commosse che hanno partecipato alla fiaccolata a Monteveglio, nel Bolognese, in ricordo della figlia uccisa.
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