Bassetti: “Variante Delta? Niente panico, i vaccini funzianano. C’è una prova concreta”. Il direttore della Clinica di Malattie Infettive “San Martino” di Genova, fa il punto della situazione Covid e dei rischi della variante Delta, in una intervista a Libero quotidiano.
«È vero che stanno aumentando i casi, ma le ospedalizzazioni e i decessi sono come prima, bassissimi, e questo perché i vaccini funzionano eccome contro la variante […] chi parla di ‘lockdown’ fa terrorismo psicologico. Non si deve pronunciare quella parola: non ha senso.
Non ne parlano nemmeno in Inghilterra dove la variante Delta è largamente predominante. Nel Regno Unito hanno semplicemente rinviato delle riaperture, fine, altro che zone rosse e assurdità varie che sento in questi giorni! E chi dice che in Inghilterra la situazione continua a peggiorare non sa leggere i numeri, o non vuole».
Bassetti: “Variante Delta? Pfizer e Moderna coprono già da prima dose”
E ancora: «Pfizer e Moderna ancor prima del richiamo, arrivano a coprirla fino al 90%. Astrazeneca al 75: c’è un lavoro scozzese pubblicato su Lancet, che è una delle riviste scientifiche più prestigiose. Col richiamo c’è una riduzione del 95% di ricoveri e morti. Un rapporto inglese pubblicato qualche giorno fa ha confermato i dati: il richiamo con Astrazeneca innalza la copertura all’85% e con Pfizer e Moderna si arriva al 95. Rimane fuori un 5%, certo, ma è un rischio calcolato, è impossibile avere una copertura totale.
Le informazioni che arrivano dal Regno Unito dicono che la variante Delta dà sintomi blandi, simili al raffreddore, però attenzione, si parla soprattutto di giovani non vaccinati. In Italia, ad agosto, sarà la variante predominante, com’è successo con quella inglese tra febbraio e marzo. Sostituirà gli altri tipi di virus. È ragionevole pensare che quasi tutti i contagi verso la fine dell’estate saranno collegati alla Delta. Dobbiamo continuare con la vaccinazione, ché è l’unico modo che abbiamo per combattere il virus, e bisogna arrivare all’85%, non più al 70 che era la soglia indicata inizialmente per l’immunità di gregge».
Secondo Bassetti, il tracciamento ora è possibile: «In Italia sequenziamo appena l’1,5% dei tamponi positivi, mentre le linee guida europee indicano come base di partenza il 5 e come obiettivo il 10. Un conto è tracciare 10-15mila contagi al giorno, com’era prima, un altro quando sono meno di mille: significa che ogni Regione deve analizzare appena 40-50 tamponi, se non siamo capaci non abbiamo capito proprio niente. Con numeri così bassi devi essere in grado di sapere da dove arriva ogni singolo caso».
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