Si rifiuta di affittare casa a una coppia perché neri nonostante ci fosse un accordo
Si rifiuta di affittare casa a una coppia perché neri: “Non affitto a stranieri”. Avevano raggiunto già l’accordo per il contratto d’affitto attraverso una telefonata, ma quando il proprietario ha visto il futuro inquilino ha fatto marcia indietro quando ha visto il colore della pelle. E pensare che mancava soltanto una firma.
È il brutto episodio accaduto a una coppia di cinquantenni residente a Pavia. I due si sono visti rifiutare l’affitto di un appartamento dopo che il proprietario, all’appuntamento per la firma del contratto, ha visto che il marito della donna, è un uomo di colore. A quel punto ha deciso di non diversamente: «Non affitto a stranieri», e ha fatto saltare l’accordo.
A raccontare la vicenda è ‘La Provincia Pavese’, secondo cui la moglie ha provato a spiegare al proprietario che il marito, nato all’estero ma naturalizzato italiano, vive in Italia da 30 anni. Inoltre, l’uomo si è laureato a Pavia ed è un professionista affermato, ma il proprietario le ha voltato le spalle e se n’è andato. La coppia non ha voluto denunciare il fatto all’autorità giudiziaria, ma si è rivolta allo Sportello Anti Discriminazioni del Comune di Pavia.
Si rifiuta di affittare casa a una coppia perché neri: il caso
«La coppia si è vista negare un affitto senza alcuna remora, con motivazioni discriminatorie a sfondo razziale. Noi come sportello anti discriminazioni daremo sempre il massimo sostegno alle vittime di questi episodi che possono avere ripercussioni psicologiche notevoli. Sono situazioni che non devono mai essere interiorizzate e giudicate normali», ha spiegato l’assessore alle Pari opportunità, Barbara Longo.
La coppia, che in un primo momento si era fermata con la ricerca dell’alloggio, per il timore di trovarsi ancora a dover subire un comportamento simile, questa mattina ha però ricevuto una telefonata rassicurante. È quella di un medico pavese che ha deciso di affittare la sua ex casa alla coppia, dopo il tam tam avvenuto sui social, in cui veniva denunciato l’episodio.
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