Ora legale 2021 alle porte, ci toccherà mettere le lancette avanti di un’ora con conseguente sonno in meno. Vediamo data e dettagli
Ora legale 2021: lancette avanti e un’ora di sonno in meno. La data. In piena pandemia con chiusure continue e zone colorate, sta passando un po’ inosservato l’arrivo della Primavera che, come sempre, porterà anche l’ora legale. Alle 2 della notte tra sabato 27 e domenica 28 marzo, infatti, le lancette dell’orologio andranno spostate avanti di un’ora.
Ormai telefonini e dispositivi elettronici molto spesso hanno già il cambio d’ora automatico attivato, quindi avremo ben poco da spostare manualmente, ma sempre meglio controllare. Si dormirà dunque un’ora in meno, ma si avrà più luce la sera. E questo consentirà un importante risparmio energetico. L’ora solare, invece, tornerà domenica 25 ottobre. Forse.
Come è ormai noto, da qualche anno a Strasburgo è stato deciso di eliminare l’ora legale e solare. Il 2019 doveva essere l’ultimo anno per i cambi stagionali dell’ora che a partire da quest’anno dovevano essere completamente eliminati. Di conseguenza, quello in corso dovrebbe essere l’ultima volta in cui sposteremo le lancette dell’orologio.
Questo perché dal 2021 ogni Paese dovrà decidere se adottare per tutto l’anno l’ora legale oppure quella solare. Una scelta di campo. Senza tutti quei piccoli cambi di fuso che, secondo alcuni, rappresentano una fonte di stress per l’equilibrio psico fisico di tutti noi. Almeno per il momento, però, l’Italia si è rifiutata di scegliere.
Anzi, l’esecutivo del primo governo Conte, ma non è stato aggiornato dal governo Conte due. La posizione, quindi, resta la stessa. Il documento depositato a Bruxelles è una richiesta formale per mantenere il sistema che abbiamo adesso. Il position paper dell’ Italia, tecnicamente si chiama così, contiene una «posizione nazionale contraria all’iniziativa».
Ora legale 2021: le origini
In Italia l’ora legale è stata reintrodotta nel 1966, con l’obiettivo di risparmiare a livello energetico sull’illuminazione elettrica. Inizialmente era una scelta legata ad una misura d’emergenza di guerra. Grazie a questa riorganizzazione oraria è possibile, infatti, statistiche alla mano, risparmiare luce elettrica in favore di luce solare per molti mesi.
Secondo le statistiche, in Italia sono stati risparmiati ben 900 milioni di euro in 6 anni, per un risparmio quantificabile in circa 6 miliardi di Kilowatt/h. Anche se bisogna sottolineare che si ha un maggiore consumo di carburante consumato, aumentando le ore di tempo libero diurno. Secondo alcune ricerche, infatti, si circola di più con l’auto dopo l’orario di lavoro, prima della cena.
Un altro aspetto di non poco conto è l’impatto che ha sul nostro organismo il cambio d’ora, soprattutto nei primi giorni. A partire dai disturbi dovuti all’alterazione del ciclo sonno-veglia. Un effetto molto simile al cosiddetto jet lag, ovvero il fenomeno che si riscontra viaggiando in aereo tra paesi separati da diversi fusi orari. L’organismo potrebbe reagire così con insonnia, stanchezza e irritabilità.
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