Benno Neumair, la sorella rompe il silenzio dopo la confessione agli inquirenti
Benno Neumair, la sorella: “Avevo capito tutto dall’inizio. Pentimento finto, lo ha fatto solo per un motivo”. Madè Neumair, la sorella di Benno Neumair rompe il silenzio attraverso una lettera aperta esprime il suo dolore dopo la confessione del fratello.
«Gelidi depistaggi e menzogne, ha ucciso a sangue freddo mia mamma e mio papà. Ora il mio cuore ora è colmo d’amore per loro». La confessione «non è un traguardo. Per me è una svolta che forse faciliterà il nostro percorso in quello che fino a ieri vedevo come un processo puramente indiziario».
Nient’altro, dal punto di vista giudiziario. Ma poi c’è l’umanità perduta tra sorella e fratello; c’è «l’indicibile fatto che Benno abbia ucciso a sangue freddo mia mamma e mio papà» che «per me è stato violentemente e dolorosamente evidente fin dal primo pomeriggio del 5 gennaio».
E ancora: «Stento a credere come io sia riuscita a mantenere la calma e la concentrazione nel trambusto e nel dolore più annientante, vivendo nella paura che la verità non venisse mai alla luce. Ho sentito i miei genitori vicinissimi ogni giorno, mi hanno dato la forza di rialzarmi ogni mattina. Mi stanno continuando a dare tutto quello che mi hanno sempre dato nel modo più puro».
La donna racconta i difficili momenti subito dopo i fatti: «Ho vissuto quei giorni con le immagini in televisione di un Benno a braccia larghe che si appoggiava alla balaustra della terrazza dei miei genitori, scrutando con arroganza in basso verso giornalisti e carabinieri; lamentandosi al telefono come di quanto fosse nauseato di tutte quelle strane domande, sentendo nelle varie interviste la sua voce gelida teorie depistanti e palesi menzogne».
Benno Neumair, la sorella: “Non credo al pentimento”
Madè lo immagina mentre confessa: «Non credo a un sentimento di pentimento e ci vuole ben poco a capire che la sua confessione fosse un passo dovuto dopo il quadro indiziario a suo carico e non “l’effetto di una dissoluzione, di schianto, di tutte le difese di negazione e di rimozione” (così avevano spiegato ieri i legali di Benno, ndr)».
Secondo la donna, «negazione e rimozione mi paiono ben poco compatibili con la sua intensa attività per depistare e inquinare in maniera calcolata e lucida le prove a suo carico».
«Il 4 gennaio ho provato sulla mia pelle che il bene non sempre vince il male, che l’amore di una mamma e di un papà a volte può non bastare, che le parole giuste spesso non ci sono, che nessuna possibile condanna potrà mai compensare quello che in poche ore mi è stato tolto a mani nude. Credo ancora fermamente che la verità possa e debba vincere.
Il mio cuore in questo momento è colmo d’amore che sento per i miei genitori, dei gratitudine nei confronti dell’Arma dei carabinieri, degli inquirenti e dei miei legali. Per la vicinanza che sento alla mia famiglia del mondo intero, del bene e della luce che riesco a vedere nonostante tutto nella mia vita, della “vita che vuole la vita”, come diceva sempre mia mamma».
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