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Spettacolo

Coccoluto, il figlio: “Non era solo un dj. Ha dedicato la sua vita a tramandare un messaggio”

Coccoluto, il figlio Gianmaria parla del padre in una intervista a ‘Il Corriere della Sera’

Coccoluto, il figlio: “Non era solo un dj. Ha dedicato la sua vita a tramandare un messaggio”. Gianmaria Coccoluto, figlio del noto dj scomparso lo scorso martedì 4 marzo, rivela alcuni aspetti inediti del padre in una intervista rilasciata a ‘Il Corriere della Sera’, della quale vi proponiamo alcuni passaggi.

Che uomo era suo padre, oltre il ruolo e una carriera costellata di successi?
«Nonostante la caratura e l’autorevolezza nel suo campo, ha sempre dedicato tempo agli altri, non ha mai fatto sentire nessuno escluso dalla sua cerchia».

In un filmato girato l’estate scorsa nel suo locale, l’Hotel Butterfly, diceva che tutti sono importanti nella festa, dal dj all’ultimo in fondo alla pista: quanto pesano, adesso, quelle parole?
«Esprimono il suo mondo pieno di condivisione, confronto, apertura mentale…un mondo fatto di scoperte e rapporti cristallini. Non si è mai sentito un personaggio dello star system, è stato sempre vicino alla gente».

La ricerca di nuove sonorità, le letture storiche, l’interesse per l’arte e la moda lo hanno reso una figura talmente poliedrica da essere considerato un intellettuale, colto ma non elitario: cosa ricorda della sua instancabile curiosità?
«Non è mai stato soltanto un dj, ma un comunicatore, docente alla Luiss e allo Ied, giurato a Sanremo, grafico… Ha dedicato la sua vita a tramandare un messaggio e a battersi con la musica e con le parole».

Cosa ha rappresentato per lei?
«Non è stato solo un marito e un padre, ma un supereroe».

Come ha affrontato la malattia?
«Con un coraggio e una riservatezza unici. Non voleva essere compatito, che quello fosse il centro dell’attenzione. Quando, durante un incontro per denunciare l’impatto devastante della crisi sanitaria sul mondo del clubbing, il deputato M5S Alessio Villarosa notò che aveva un problema alla gamba, disse che era a causa di una brutta caduta… Ha cercato di mantenere il più possibile la normalità, è stato un esempio di grande dignità per chi combatte questa battaglia».

Ha mai visto la paura nei suoi occhi?
«Mai. È stato molto coraggioso e ha continuato a lottare per la categoria anche durante la pandemia».

Qual è il messaggio più importante che le ha lasciato?
«Tutta la sua vita è un messaggio… Un ragazzo partito da Gaeta per fare un lavoro che non era un lavoro, quando il dj era considerato un passa-dischi… È stato un artista straordinario, ma anche un uomo normale, che la notte rientrava a casa e ha tirato su una famiglia sana».

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