Daria Bignardi, la madre e non solo, l’intervista ad Huffington post Italia
Daria Bignardi: “Mia madre ha condizionato la mia esistenza. Due cose non rifarei se tornassi indietro”. La giornalista, conduttrice e scrittrice racconta un po’ di sé in una lunga intervista rilasciata a Huffington post Italia. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
Qual è il suo rapporto con l’amore?
“Il mio? Ah che domandona! Impossibile rispondere in poche righe, e non so nemmeno se ne sarei capace. Sicuramente è un tema che mi interessa molto, un tema enigmatico, e per questo pieno di possibilità narrative”.
Un altro tema del libro è il tempo. Ha dichiarato di stare meglio adesso, rispetto a quando era più giovane. Cosa le ha insegnato il tempo?
“Mi ha insegnato che a dodici anni sapevo tutto ma non sapevo di saperlo. Ma anche che le cose che ci accadono si comprendono meglio a distanza di tempo”.
Se si guardasse indietro, quali sono le cose che rifarebbe?
“Credo più o meno tutte quelle che ho fatto, tranne due o tre. Sicuramente scriverei romanzi e avrei almeno due figli, come ho fatto”.
E quali che invece eviterebbe di fare?
“Non glielo dico! Ma un paio ci sono, e belle grosse, anche se limitate nel tempo”.
Uno dei grandi temi è il dolore, già presente nei suoi precedenti libri: perché la ossessiona tanto?
“Dai non direi che mi ossessiona. Sicuramente mi interessa molto. Ma mi sembra un grande tema, no, quello del dolore?”.
Qual è stato il dolore più grande che ha sopportato?
“E ridaje. Lei è molto simpatica, così diretta…Ma non mi va di parlare di me. Scrivo romanzi apposta. Ci metto tutto quel che mi interessa”.
Nelle sue pagine, come nella vita, ha frequentato il carcere. Crede nella pena detentiva come redenzione?
“Assolutamente no”.
Daria Bignardi: “Mia madre ha condizionato la mia esistenza”
Qual è il suo punto di vista rispetto all’ergastolo?
“Che non dovrebbe esistere”.
Il rapporto materno è un altro fil rouge della sua narrazione: “Mia madre mi ha salvato la vita e allo stesso tempo me l’ha rovinata”. Parole sue.
“Mi madre era una persona molto impegnativa. Era malata di ansia ossessiva e questo ha condizionato tutta la mia esistenza, nel bene e nel male. In “Non vi lascerò orfani” e anche “Storia della mia ansia” c’è tutto”.
Qual è oggi il suo rapporto con l’ansia?
“Molto migliorato. Ora che mi è successo parecchio di quello che può succederti di brutto nella vita sono molto più tranquilla: ormai è successo, di cosa devo preoccuparmi? E poi soprattutto l’ho riconosciuta, l’ansia, cosa che ho fatto tardissimo. Fino a non molti anni fa non avevo capito che l’inquietudine che sentivo era ansia”.
[…] Come passerà le feste di Natale?
“A casa, a Milano, in famiglia. Farò il brodo, i tortellini, mangeremo troppo, discuteremo a tavola, insomma le solite cose, ma in un posto diverso dal solito. Gli altri anni il Natale lo passavamo a Pisa da mia suocera e poi a Roma dai miei nipoti. Mi mancheranno, ma sarà bello ritrovarsi, il prossimo Natale”.
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