Lombardia zona arancione, ma gli esperti delle statistiche mediche dell’università Bicocca lanciano l’allarme
Lombardia zona arancione, l’allarme dalle statistiche: “Si rischia terza ondata da fine mese”. Da oggi la Lombardia torna zona arancione con negozi e scuole che tornano in attività grazie al cambio di colore arrivato dopo un calo di contagi e accessi al pronto soccorso. Ma le parziali riaperture nascondono delle insidie, soprattutto se consideriamo che ad oggi, la Lombardia presenta il più alto numero di vittime e di contagi in Italia. A lanciare l’allarme è Giovanni Corrao, docente di Statistica medica all’università Bicocca, ai microfoni de ‘Il Corriere della Sera.
«Abbiamo già visto una prima ondata, siamo nel mezzo della seconda, dobbiamo evitare la terza. La diffusione del virus dipende direttamente dal comportamento di ognuno di noi. Bisogna vedere cosa cambia con questo passaggio di colore, che personalmente avrei evitato. Se nel complesso riusciremo a evitare il più possibile i contatti sociali, non affronteremo una terza ondata. Ma l’avvicendamento rapido delle nuove misure non ci fa intuire qualcosa di positivo»,
Secondo i grafici di Corrao, che insieme ai suoi collaboratori monitora l’andamento dei contagi cercando di prevederne le tendenze, mantenendo le regole da zona «rossa» la situazione della regione sarebbe tornata ai livelli di fine maggio-inizio giugno, già a Natale. «Ma con il passaggio all’arancione penso che l’Rt, l’indice di contagio che ora è attorno all’1 o addirittura inferiore, probabilmente risalirà. Immaginando che ritorni a 1,2, già per la fine del mese di dicembre i numeri potrebbero crescere».
Anche dagli ospedali arriva un invito alla cautela. Ne parla Andrea Gori, primario di Malattie infettive al Policlinico. «C’è una riduzione netta degli accessi al Pronto soccorso che permette di ricominciare a respirare per quanto riguarda i reparti medici. Mentre la situazione delle terapie intensive è ancora abbastanza critica […] Il problema non è risolto. E se abbandoniamo le precauzioni, il virus riparte».
Gli ospedali in particolare si trovano in difficoltà di fronte a una rapida impennata di contagi: «Quello che manda in tilt il sistema è il picco improvviso. Per questo faccio un appello alla responsabilità delle persone».
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