Milano, la denuncia-appello di una 26enne malata di cancro
Milano, 26enne malata di cancro: “A causa del Covid non possono operarmi. Il mio appello”. Si chiama Martina Luon, ha 26 anni, tre anni fa le è stato diagnosticato un cancro al colon con metastasi al fegato. La ragazza ha bisogno di cure, in particolare di un intervento salvavita.
La giovane abita a Milano, la dove il virus sta colpendo di più dall’inizio della pandemia, e racconta che per l’effetto domino della pandemia sulle attività degli ospedali non può sottoporsi all’operazione. Così ha deciso di pubblicare un video su Instagram, dove è subito diventato virale.
«Vi chiedo: usate la mascherina. Gli ospedali sono al collasso e ci vengono tolte le visite, non è giusto. Io parlo per me, eppure credo di dar voce a tanti: ci vengono annullati gli interventi, ci vengono tolte le visite, la situazione è grave».
L’appello è rivolto a tutti, affinché si prenda sul serio il virus. «Quando dite che questa è un’influenza e “tanto io sono giovane” dovete invece pensare a vostra sorella, a vostra mamma, vostro nonno. Le vostre famiglie – io non ve lo auguro – potrebbero aver bisogno di cure mediche, anche non per il Covid. Ma, ragazzi, le cure ci vengono tolte! Bisogna rispettare le regole: distanziamento, mascherine. Perché gli ospedali – e io ne giro tanti – sono al collasso. Non possiamo far spegnere la sanità per il Covid».
La situazione di Martina, dopo alcune cure e operazioni, stava anche migliorando: «Ero stata dichiarata guarita». Ma a dicembre 2019 la malattia era tornata: «È ricominciato un calvario». A marzo 2020 il Covid esplode, il sistema sanitario è in affanno soprattutto in Lombardia. Quindi i controlli si arenano, «molti ospedali non mi hanno nemmeno preso in cura». Prima della chemioterapia chiede di far conservare gli ovuli. «Era tutto programmato ma due ore prima della visita mi chiamano: gli ambulatori sono chiusi per la pandemia. Via, tolta un’opportunità».
Da un polo sanitario all’altro. «Mi propongono un intervento salvavita. L’altro giorno, nuova telefonata: attività chirurgica sospesa». Restare in silenzio non era possibile. È nata questa «denuncia contro non so chi, anche stare ai piani alti non è facile, ma io dico: sospendere l’attività chirurgica non è la scelta giusta. Si crea pericolo per persone che ce la stanno mettendo tutta». L’appello, sul web, vola: «Condividete. Dateci voce».
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