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Spettacolo

Skin si racconta: “Io gay e femminista con la sindrome di Peter Pan. Con la mia fidanzata chiuse da febbraio”

Skin si racconta: l’intervista a Vanity Fair

Skin si racconta: “Io gay e femminista con la sindrome di Peter Pan. Con la mia fidanzata chiuse da febbraio”. L’ex cantante degli Skunk Anansie, parla per la prima volta della sua vita privata senza peli sulla lingua in una intervista rilasciata ai microfoni della rivista ‘Vanity Fair’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

È anche una fiera femminista: scrive di essersi rifiutata da ragazza di stirare la camicia di suo padre per protesta.
«Amo stirare e fare le pulizie, mentre a cucinare ci pensa soprattutto la mia fidanzata. Non mi piace quando diventa una roba da donne: quando i miei fratelli e io eravamo ragazzi, mia madre ha insegnato a tutti quanti a stirare e a lavare. Mio padre mi chiedeva di stirargli le camicie solo perché ero una donna, ed è per questo che non lo facevo. Se me l’avesse chiesto gentilmente e con una motivazione diversa, sarei stata felice di stirargliele. Le cose basilari, come lavare, stirare e cucinare, dovrebbero saperle fare tutti, indipendentemente dalla sessualità».

Nel libro parla per la prima volta di due eventi traumatici della sua vita: i pugni che le diede il suo primo fidanzato Tony e l’aggressione subita da uomo che ha tentato di molestarla una sera mentre rientrava a casa. Perché ha scelto di raccontarli adesso?
«L’ho fatto perché volevo che la gente conoscesse l’origine delle mie canzoni, e alcune di queste sono nate proprio da quegli eventi traumatici. Credo possa essere d’ispirazione per le persone capire che i miei pezzi non sono nati dal nulla. Volevo mostrare il legame tra quello che mi è successo nella mia vita e i temi di brani come Hedonism, che sono molto importanti per me».

Skin si racconta: “Non è stato facile per mia madre accettare la mia sessualità”

Un altro tema centrale è la sua sessualità: lei fece coming out in un’intervista a NME, dopodiché racconta di non aver parlato con sua madre per 2 anni. Com’è stato affrontare quel silenzio?
«È mia madre, aveva bisogno di tempo. Non è stata una cosa facile per una donna religiosa come lei accettare la mia sessualità, ma sapevo che si sarebbe rifatta viva e che quel silenzio non sarebbe durato per sempre. D’altronde, sono la sua unica figlia. Ha ragionato su cosa fosse più importante per lei e ha capito che, più di ogni altra cosa, contava il suo rapporto con me. Molti miei amici hanno avuto esperienze analoghe: all’inizio i loro genitori non li accettavano, poi le cose sono cambiate».

[…] Capitolo età: so che non ama parlare molto di questo, tuttavia nel libro spiega di aver spesso sofferto della sindrome di Peter Pan. È mai finita?
«No, direi che ne soffro ancora».

E infatti non si ferma mai. Durante il lockdown si è fidanzata con la sua compagna Rayne Baron: pensa che la pandemia abbia in qualche modo accelerato la scelta di sposarvi?
«Al 100%. È da febbraio che viviamo da sole senza vedere nessun’altra persona, e trascorrere insieme un periodo così lungo e così intenso ci ha permesso di risolvere tanti problemi e di superare insieme le difficoltà che avevamo prima del lockdown. Sono certa che questo abbia reso la nostra relazione molto più solida. D’altronde, situazioni come questa o ti spezzano o ti fortificano».

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