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Loredana Bertè: “Violentata e picchiata a 16 anni, alle donne voglio dare un consiglio…”

Loredana Bertè violentata e picchiata quando aveva solo sedici anni, il drammatico racconto

Loredana Bertè: “Violentata e picchiata a 16 anni, alle donne voglio dare un consiglio…”. La cantante, che oggi compie 70 anni, si è raccontata nel corso di Verissimo, dove dedica anche un pensiero alla sorella Mia Martini. «In genere non festeggio il compleanno, ma domani (oggi ndr) è anche il compleanno di Mimì e della mia carissima amica Asia Argento. Dicono che i 70 siano i nuovi 50, per una volta festeggerò anche io».

Poi un episodio drammatico di cui è stata, suo malgrado, protagonista: «Avevo 16 anni, facevo serate con le collettine ed eravamo in giro per l’Italia. Ero l’unica vergine del gruppo e tutte mi dicevano di decidermi. C’era questo tizio che mi riempiva di fiori ogni sera, così alla fine dopo un mese ho deciso di uscire con lui. Mi portò in un appartamento scannatoio e quando ho sentito che chiudeva la porta col lucchetto mi sono spaventata.

Ero terrorizzata, mi ha violentata e riempita di botte, sono riuscita ad uscire per miracolo, con tutti i vestiti strappati. Mi reggevo in piedi a malapena, un taxi mi portò in ospedale. Non avevo potuto dirlo a nessuno, specialmente a casa, altrimenti le avrei prese anche da mia madre. Le uniche con cui mi sono confessata furono le mie amiche, ho tenuto tutto per me e non lo denunciai. Fu uno sbaglio, perché, care donne, al primo schiaffo bisogna denunciare».

Loredana Bertè violentata e picchiata a 16 anni: il racconto a Verissimo

La cantautrice poi racconta il primo amore della sua vita: quello con Adriano Panatta. «Fu un vero e proprio colpo di fulmine: appena lo vidi, pensai “Lui è mio”. E lui aveva pensato la stessa cosa. Per me è stato il primo amore, forte, passionale, puro, positivo. Poi però mi lasciò per sposare una ragazza che poi è ancora la mia migliore amica. Ci eravamo lasciati da pochi mesi, io stavo tornando in aereo dal Kenya, dove avevo scattato la copertina di “Sei bellissima”, e lessi sul giornale che si erano sposati. Comunque Rosaria è una donna eccezionale, siamo amiche da sempre, la saluto con affetto».

Un pensiero poi a Leonardo Pastore, uno dei suoi migliori amici ucciso dall’Aids. «Si era ammalato, andammo in ospedale a Parigi da Luc Montagnier. Allora nessuno conosceva l’HIV, c’era tanta ignoranza e si pensava che il contagio potesse avvenire anche solo stringendo la mano».

E ancora: «Montagnier è stato un figlio di pu***na, si rifiutò di curarlo dicendo che gli sarebbe rimasto solo un mese di vita o poco più, invece Leonardo visse altri quattro anni. Ho cercato di far curare Leonardo nei migliori ospedali del mondo, ma nessuna compagnia aerea voleva trasportarlo. Poi Benetton mi ha dato l’aereo privato, da Parigi ho preso Leonardo e l’ho portato alla Madonnina: Benetton è stato un angelo, lo ringrazierò in eterno. Leonardo per me era un confidente, un amico».

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