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Coronavirus, Enrico Ruggeri: “Non sono negazionista ma un aspetto non mi convince…”

Coronavirus, Enrico Ruggeri non si sente negazionista ma ammette che un aspetto dell’informazione non ŕ chiaro in una intervista a ‘Libero quotidiano’

Coronavirus, Enrico Ruggeri: “Non sono negazionista ma un aspetto non mi convince…”. Il cantante sottolinea un aspetto della pandemia che a suo avviso non è chiaro in una intervista rilasciata ai microfoni di ‘Libero quotidiano’.

“C’è sempre qualcuno che ci guadagna e che ci rimette. Ricordo i racconti dei miei nonni sulla guerra: il conflitto ha portato tanta miseria ma ha anche arricchito molte persone grazie alla borsa nera. Non sono un negazionista, ma se oggi ci sono state sei vittime, vorrei sapere chi sono e la loro storia clinica. Lo stesso per i contagiati: quanti di loro stanno male?“.

Secondo Ruggeri, il vero problema sarebbe la disinformazione: “Ricordo ancora quando si è gridato al morto 34enne per poi scoprire che il ragazzo era in coma da anni”.

Infine, il cantante e conduttore parla del suo settore, ovvero quello musicale. “Fare i concerti è fattibilissimo: dipende solo dai sindaci, se hanno coraggio o meno. L’emergenza c’è si tratta solo di capire che la musica è il centro di tutto. Ovviamente mi riferisco alla musica live, non a quella su Facebook, in pantofole”.

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