Luca Barbareschi sul Governo e non solo, l’intervista a italianicoraggiosi.com
Luca Barbareschi: “Governo di incapaci. Franceschini andrà incriminato per genocidio se accade…”. L’attore e regista va all’attacco dell’esecutivo in una intervista rilasciata a italianicoraggiosi.com.
Luca Barbareschi, qual è secondo lei una figura di italiano coraggioso della storia?
“Ho l’imbarazzo della scelta nel senso che, contrariamente alla narrazione terribile, cattocomunista e pietista che ci presenta come un paese di servi, invece siamo un Paese pieno di persone coraggiose e forti.
Io dedicherei il primato a chi ha fatto la Prima Guerra Mondiale e la Seconda Guerra Mondiale, a quelli che hanno combattuto, come mio padre e mio nonno e tutti i loro compagni di battaglia. Gente che usciva dalla trincea nella prima guerra mondiale, e alla fine l’hanno vinta, sarebbe una bella metafora per oggi, no? Invece di stare fermi in trincea ad aspettare, si esce come hanno fatto loro. […]”.
Oggi chi è, secondo lei, un italiano coraggioso?
“Ma sono tutti i lavoratori che subiscono le fesserie, in questo momento, di un governo di incapaci terribili. Quelli dell’uno vale uno… E’ stata la dimostrazione che un analfabeta non può diventare un ministro di qualsiasi dicastero. […] Quando uno non si sente rappresentato, quando uno è su un pullman guidato da un cieco, ci vuole un grande coraggio per stare seduti e sperare che il pullman non vada in un burrone e rassicurare i propri figli ogni mattina. Gli italiani in questo momento sono molto coraggiosi anzi sono fin troppo pazienti secondo me”.
E Barbareschi è un italiano coraggioso?
“Io sono un incosciente, più che coraggioso perché solo un sognatore poteva mettere sette milioni per comprare un teatro, anzi due teatri, e altri sette per rimetterlo a norma. Questo è un teatro che prendeva soldi dallo Stato quando era fuori norma, non appena io l’ho messo a norma lo Stato mi ha punito. Il ministro Franceschini, non appena ha saputo che ho comprato il teatro Eliseo, ha incominciato a farmi guerra, una guerra che dura da 4 anni.
Io sono stato un sognatore, e lo sono tutt’ora, ho fatto una restituzione affettiva alla città con coraggio e ancora oggi ci credo, ci credono molti miei collaboratori che sono in telelavoro. Credo che questa sia la prova che lo Stato spesso è inutile, no? […]
Se Franceschini farà morire l’Eliseo, andrà incriminato per genocidio culturale, sarà il responsabile della morte del luogo in cui Di Vittorio ha fatto nascere la CGIL, Pannunzio il pensiero liberale, Stravinskij ha diretto l’Uccello di Fuoco, De Chirico presentava i suoi quadri, Berlinguer ha fatto i suoi primi discorsi”.
La chiusura potrebbe riguardare tanti luoghi di cultura, nei prossimi mesi.
“C’è una totale miopia, una totale non attenzione sul mondo della cultura, […] In Italia non c’è alcun progetto. Abbiamo un pensiero museale sulla cultura. Ci si fa le foto davanti al Colosseo, davanti ai monumenti cose fatte 2000 anni fa, per cui del tutto irrilevanti per la proattività di quello che può essere il pensiero culturale da qui ai prossimi 500 anni. Venezia progettò la cultura dei prossimi 500 anni invece noi ci facciamo fotografare, facciamo della pornografia comunicativa, facendo dei selfie davanti a dei monumenti che ci guardano, come diceva Tomasi da Lampedusa, come fantasmi muti. […] Dobbiamo ripartire dalla formazione e dalla cultura. Non facendo questo noi stiamo uccidendo definitivamente la narrazione del nostro paese che è fatta da un rapporto con i nostri grandi eroi della storia, dell’imprenditoria, dello sport”.
Secondo lei le scuole devono riaprire subito?
“Guardi io ho una teoria molto coraggiosa. Io sono pronto, e lo dichiaro continuo a dirlo, a morire di coronavirus piuttosto che a vedere morire di fame i miei figli. Sono un soggetto a rischio, sto per compiere 64 anni, mi fa molto ridere, ma sono fra gli anziani da tutelare, anche se non mi sento anziano proprio per nulla. Ho voglia di combattere, come mio nonno che usciva dalla trincea nella prima guerra mondiale, rischiando di prendere i proiettili. Io sono pronto a ricominciare ad aprire tutto”.
Credo che i numeri veri di questa pandemia siano infinitamente inferiori a quelli di altre malattie. […] La possibilità che io muoia di coronavirus sono ancora inferiori a quelle di morire per incidente domestico. Sono molto più a rischio a casa, soprattutto alla mia età, ed essendo uno che notoriamente inciampa. […] Io sono per riaprire anche con una certa incoscienza, in certi casi. […] Io ho avuto un morto in casa, la mamma di mia moglie è morta, per cui non appartengo ai cospirazionisti che dicono <non c’è niente>. Ci sono dei rischi, però mettere in ginocchio l’economia, secondo me, fa parte di un piano molto raffinato che ci porterà ad essere solo più servi e più schiavi”.
Lei ha lavorato con Roman Polanski di recente, tra l’altro su un film dedicato all’affaire Dreyfus. Parla, anche, di un uomo recluso ingiustamente. Anche gli italiani sono stati e in parte sono ancora reclusi ingiustamente?
“Gli italiani sono stati trattati come dei deficienti, cioè come persone incapaci di intendere e volere, sono stati presi in giro, vengono tutt’ora presi in giro. Ci raccontano che sono arrivati i soldi, che le banche stando dando i soldi. Io ho 300 dipendenti e non arriva nessuna cassa integrazione, le banche non danno i soldi perché rischiano una denuncia per frode perché il decreto, essendo stato scritto male, ha messo in difficoltà anche le banche. Dunque io non so come poter pagare i dipendente né lo stato li ha pagati”.
Adesso è arrivata questa fanciulla dall’Africa che c’è costata €4 milioni […] “Appena è scesa dall’aereo di un volo privato ha dichiarato di essere islamica e che tornerà subito là. Quindi finanziamo i terroristi, come abbiamo fatto già in passato”.
Da uomo di teatro, come valuta il modo in cui si è comportato il premier Conte? Si è voluto prendere un ruolo da protagonista…
“Sai, io posso fare anche Amleto però se non reggo il coturno, cioè non reggo bene il ruolo… Berlusconi me lo spiegò molto bene: se io lo mando in televisione o lo metto su una copertina per 100 volte di fila, chiunque è una star. Infatti diventarono star Columbro, Gerry Scotty, chiunque perché il popolo si affeziona. Io stesso sono diventato famoso non per aver tradotto Mamet, Shepard eccetera, ma per aver fatto “C’eravamo tanto amati”. Non certo per i film, forse un po’ per le fiction, ma non certo per il teatro. […]”.
“C’eravamo tanto amati” però non va rinnegato. Fu una cosa…
“Fu una cosa meravigliosa! Da “Cannibal Holocaust” fino Polanski tutto mi è servito a crescere. Per me dai film di Vanzina a Polanski non c’è differenza, da ognuno ho imparato qualcosa, soprattutto a non essere snob. Tornando a Conte, il problema più grosso è che abbiamo un premier che non è adatto, che non è capace. E’ uno che pensa che la Pasqua ebraica celebri il rientro in Egitto, Dio Abbia pietà di lui, che non sa quello che dice. E’ la fuga dall’Egitto, non ha visto neanche i film con il Mar Rosso che si apre…” (fonte: italianicoraggiosi.com).
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