Fase 2, Milano e Veneto sotto la lente di ingrandimento con 5 scenari possibili
Fase 2, Milano e Veneto sul filo del rasoio: 5 scenari possibili, nuovo lockdown in un caso. Da oggi solo a Milano tornano a lavoro circa 1,6 milioni di persone, 339mila dei quali per il primo giorno. Sul capoluogo lombardo si concentra la task force della Regiine Lombardia perché, di fatto, il 90% delle attività torna a regime.
A sottolineare rischi e numeri è Milena Gabanelli su ‘Il Corriere della Sera’. Secondo la giornalista, 7 persone su 10 che andranno a lavoro a Milano, non dovrebbero prendere il treno pendolare e la metropolitana, altrimenti non è fisicamente possibile garantire la distanza di sicurezza.
Il periodo preso in considerazione è fino al 30 giugno. Considerati i 14 giorni di incubazione del virus, le prossime due date cruciali sono il 18 maggio e il primo giugno. Queste premesse paventano 5 scenari possibili che riguardano la Città metropolitana di Milano.
Fase 2, Milano e Veneto sul filo del rasoio: gli scenari
Scenario uno (quello ideale): l’evoluzione prosegue come nell’ultimo periodo di lockdown, e quindi nelle prossime due settimane avremo una media di 166 nuovi contagi al giorno, per scendere intorno ai 76 al primo giugno.
Scenario due: la situazione rimane stabile con una media di 280 casi in più al giorno ed è considerata sotto controllo.
Scenario tre: la media dei contagi giornalieri comincia salire fino a superare i 359. In questo caso scatterebbe l’alert: vuol dire che al 18 maggio avremo oltre cinquemila positivi in più rispetto ad oggi, che diventerebbero oltre dodicimila al primo giugno, con il sistema sanitario che entra in sofferenza.
Gli scenari quattro e cinque vanno da quello considerato rischioso (457 casi), a quello classificato come catastrofico: 578 nuovi casi al giorno in due settimane.
Il conto su cui si basano le previsioni è un calcolo matematico: numero dei casi positivi di oggi diviso per la media della settimana precedente. È il cosiddetto «indice di contagio», che attualmente è di 0,8.
Fase 2, Milano e Veneto sotto la lente di ingrandimento
Stesso discorso per il Veneto con 1,6 milioni di persone che stamane torneranno a lavoro. Nella Regione governata da Luca Zaia, la ripartenza ha gli occhi puntati su un dato: i ricoveri. Il campanello d’allarme scatterà a quota 1.400.
Da qualche giorno il numero di pazienti dei reparti Covid-19 presenti negli ospedali territoriali oscillano intorno a quota mille (esclusi un centinaio in terapia intensiva, e in costante calo).
Se con la riapertura massiccia delle aziende, la curva degli infetti ricoverati dovesse risalire di un 40%, l’Unità di crisi disporrà una nuova chiusura. Tutto dipenderà dalla distribuzione dei nuovi contagi: se sarà concentrata in poche zone, si chiuderanno quelle, se sarà più diffusa si torna al lockdown.
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