Alberto di Monaco e il Coronavirus, il principe parla dei suoi giorni in malattia in una intervista rilasciata ai microfoni de ‘Il Corriere della Sera’
Alberto di Monaco: “Coronavirus? Così mi sto curando. Iinquinamento? Sono ottimista per il futuro perché…”. Il principe parla dei suoi giorni in malattia in una intervista rilasciata ai microfoni de ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
Principe, immagino sia stato difficile accettare di avere il Covid-19 che sta mietendo vittime in tutto il mondo.
«Avevo comunque la sensazione di poterlo aver preso, il virus… perché era risultato positivo il ministro di Stato del Principato, Serge Telle con il quale mi ero incontrato più volte per discutere proprio dell’emergenza sanitaria, e poi sapevo di una signora di Londra con la quale avevo parlato nella capitale britannica che era risultata positiva anche lei… ho visto anche il principe Carlo a Londra a una serata di gala».
Già, il principe di Galles è risultato positivo, pure lui, al coronavirus. E per la verità i tabloid britannici hanno speculato che ci sia stato un «passaggio» del contagio tra teste coronate.
«Spero davvero che Carlo non lo pensi e gli faccio gli auguri di riprendersi presto. Impossibile, non credo proprio a un passaggio del contagio tra di noi, perché alla serata di gala eravamo seduti su lati opposti del tavolo. E non ci siamo neppure scambiati una stretta di mano (Carlo già alle celebrazioni per il Commonwealth a inizio marzo aveva salutato con le mani giunte, con il Namaste indiano, come misura precauzionale anti-contagio, ndr.). E poi Carlo è andato via da quella serata quasi subito».
Immagino, in casa, la preoccupazione della principessa Charlène sua moglie e dei principini: i gemelli Jacques e Gabriella. Come li ha protetti dal contagio?
«Si erano già trasferiti a Roc Agel, la nostra tenuta di campagna sopra Monaco per scongiurare i rischi della pandemia globale, e ovviamente non sono più andato a trovarli, per precauzione. Adesso spero che il nuovo test al quale mi sottoporrò nei prossimi giorni risulti finalmente negativo in modo da poterli raggiungere, rivederli».
Come ha rassicurato la principessa e i gemelli in questi giorni?
«Con Charlène ci sentiamo al telefono più volte al giorno, ho cercato di tranquillizzarla. Ho cercato di parlare anche con i piccoli Jacques e Gabriella anche se… loro sono sempre in movimento, sempre distratti da mille cose come tutti i bambini, è difficile catturare la loro attenzione. Ma poi quando mi parlano hanno sempre molta voglia di raccontarmi che cosa hanno fatto nella giornata, anche i compiti per la scuola che hanno iniziato quest’anno».
Alberto di Monaco e il Coronavirus: “Con Charlène ci sentiamo al telefono più volte al giorno”
Anche i principini, come tutti i bambini italiani (e ormai gran parte di quelli mondiali), sono adesso costretti a lezioni virtuali da casa?
«Sì ricevono dalla scuola dei compiti da fare e rimandare agli insegnanti».
E come ha spiegato loro la situazione?
«Ho provato, ma credo che nel corso dei giorni sia stata Charlène a far comprendere loro l’emergenza in casa, adesso credo abbiano capito anche loro cosa sta succedendo».
Come si sente lei adesso, cosa la rende più ottimista?
«Adesso, dopo tanti giorni, non ho più la febbre… e anche la tosse è migliorata. Sogno di tornare da Charlène e dai gemelli la prossima settimana».
Oltre all’antipiretico ha dovuto ricorrere ad altro? Per esempio la Clorochina impiegata in Francia per curare i pazienti di Covid-19, e ora tra i farmaci utilizzati anche in Italia?
«Ho chiesto della Clorochina ai miei medici ma, a parte che all’inizio non si trovava negli ospedali… adesso invece sì, loro mi hanno detto che se fosse stato necessario ci avrebbero pensato, ma fortunatamente non ce n’è stato bisogno. Sin dall’inizio comunque avevo la sensazione o forse sarebbe il caso di dire la speranza, di aver preso il virus in una forma non troppo violenta, ho continuato anche a seguire gli affari di Stato dalle mie stanze private».
Molto staff attorno a lei, in questi giorni di isolamento?
«Ridotto al minimo: una persona per la pulizia e le esigenze quotidiane d’ufficio, una persona in cucina per i pasti… in tutto il Palais si lavora con uno staff al 50%. Perché davvero l’unico modo di scongiurare il dilagare dell’epidemia è l’isolamento. E lo so, io sono un privilegiato, chiuso ma in un palazzo, dove può essere noioso… ma capisco bene che stare chiusi in una casa normale, specie se una famiglia ha dei bambini, un appartamento piccolo, è un sacrificio. Ma bisogna farlo».
Alberto di Monaco: “Coronavirus? Così mi sto curando”
La sua storia è anche di incoraggiamento, in un momento in cui il Covid-19 falcia tante vite. Mentre anche le strade di Monaco sono deserte, e fra vetrine di moda e davanti al percorso del Gran Prix di F1 che per l’emergenza virus non si terrà, si disinfetta.
«L’isolamento e la pulizia sono le uniche armi che abbiamo, e dobbiamo seguire scrupolosamente le disposizioni sanitarie. Anche a Monaco credo che all’inizio, specialmente i giovani, abbiano sottovalutato i rischi, ma la notizia di una sedicenne morta di coronavirus in Francia ieri dice che purtroppo non è così. E il mio messaggio va a tutti gli amici di Monaco in Italia, a tutti gli italiani colpiti da questa epidemia, che hanno perso delle persone care».
Anche a Monaco la polizia vigila sull’osservanza delle misure di isolamento, i cantieri sono fermi (procede a ritmo ridotto solo quello dell’estensione in mare). Niente Gran Prix di F1, feste, tutto congelato dal virus. Come ne uscirà Monaco, e l’Europa?
«Qui nel Principato abbiamo varato delle misure di stimolo per l’economia da diverse centinaia di milioni di euro, e ci sarà una seduta straordinaria del parlamento per rivedere il budget… ci saranno interventi di sostegno a diverse categorie di lavoratori, è una situazione terribile su scala globale, l’economia in tutto il mondo ne soffrirà a lungo».
L’Europa sta facendo abbastanza? Si invocano degli Eurobond o Coronavirus bond che ne pensa?
«Penso che in tempo di guerra in passato questo strumento di debito pubblico ha funzionato».
Principe, lei è sempre stato un paladino della sostenibilità, infaticabile nella sua battaglia per contrastare il climate change anche con la Fondation Prince Albert II. La faticosa ricostruzione dell’economia mondiale dopo lo «tsunami» del virus, metterà in secondo piano l’altra battaglia, quella per l’ambiente?
«In realtà, nell’immediato questo nostro isolamento sta portando meno auto in strada, meno consumi energetici da parte dell’industria, meno scarti inquinanti. Ma ovviamente non è in queste circostanze che ci dobbiamo compiacere. Piuttosto sono ottimista che questa crisi ci farà cambiare attitudine mentale, ci aprirà finalmente gli occhi su quanto sia importante la nostra salute. E non c’è salute senza un ambiente in salute».
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