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Paolo Brosio attacca Achille Lauro: “Non c’entra nulla con la musica. Sarri? Juve senza identità. C’è da tremare”

Paolo Brosio attacca Achille Lauro e Maurizio Sarri, nel suo intervento ai microfoni del format ‘I Lunatici’ in onda su Rai Radio2

Paolo Brosio attacca Achille Lauro: “Non c’entra nulla con la musica. Sarri? Juve senza identità. C’è da tremare”. L’inviato è intervenuto ai microfoni di  Rai Radio2 nel corso del format “I Lunatici”, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, in diretta dal lunedì al venerdì dalla mezzanotte e trenta alle sei del mattino.

Brosio, noto tifoso della Juventus, non ha nascosto la sua preoccupazione per la fase che sta vivendo la compagine bianconera: “Si soffre. Non tanto per  i risultati quanto per il gioco. Tu puoi anche perdere, ma devi dare tutto. Questa Juve, francamente, è una delusione. Abbiamo perso identità, non siamo né carne né pesce. Sarri? Non voglio giudicare nessuno, ma sulla base di questa prima parte di campionato c’è da tremare. E ora arriva la Coppa dei Campioni. Siamo ancora lì indecisi se gioca Dybala o non gioca Dybala, che è il presente e il futuro della Juventus”.

E ancora: “Ci sono anomalie tattiche e tecniche che non riesco a capire. Quando si eredita una squadra si deve cercare di fare chiaramente il gioco che prediligi, ma anche in base agli uomini che hai. Non si può pretendere di imporre un modulo a dei giocatori che magari quel modulo non possono farlo. E poi con questa difesa qui siamo veramente preoccupanti. Chi temo di più tra Inter e Lazio? Io vedo una Lazio straordinaria, senza storie. L’inter vince ma attraverso sofferenze, la Lazio invece ha una naturalezza di gioco straordinaria. Ha dei giocatori a centrocampo che sono i migliori d’Italia”.

Sul Festival di Sanremo: “L’ho visto e seguito anche per la Rai, per Storie Italiane. E’ un fenomeno straordinario. Achille Lauro? Un conto è cantare, un conto è fare uno show legato al modo di vestirsi. Si è spogliato come San Francesco? Ma non scherziamo! San Francesco era un santo che viveva in povertà, non mi sembra che quel vestito fosse l’icona della povertà. Dai, su. Non ci siamo. E poi fa spettacolo, ma non c’entra con la musica”.

Su Benigni e il suo Cantico dei Cantici. “E’ un artista straordinario, ma stravolge tutto come vuole lui. Il Cantico dei Cantici viene tradotto alla fine in un amplesso senza fine, basato solo sull’aspetto fisico legato al sesso. Facciamo sesso tutti insieme e Beppe Vessicchio suona la musica. Mi sembra un po’ riduttivo. L’amore di Dio non è questo”.

Sul Coronavirus: “Sono molto preoccupato, ma pregare può aiutarci”.

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