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Spettacolo

Laetitia Casta si racconta: “Del tempo non mi importa, conta solo 1 cosa. Ho passato la vita a cercare di uscire da schemi dolorosi”

Laetitia Casta si racconta tra pensieri intimi e carriera, l’attrice parla a tutto tondo in una intervista rilasciata ai microfoni di ‘Io Donna’

Laetitia Casta si racconta: “Del tempo non mi importa, conta solo 1 cosa. Ho passato la vita a cercare di uscire da schemi dolorosi”. L’attrice parla a tutto tondo in una intervista rilasciata ai microfoni della collega Paola Genone per le pagine di ‘Io Donna’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

Ha superato il traguardo dei 40 anni, ma l’esperienza di un’artista non è per forza legata all’età, vero?
“Non ho problemi a dire che ho 41 anni, però quello che mi dà molto fastidio è che – in questo mestiere – ci si ferma ai numeri. È un po’ meschino, visto che del tempo a me non importa nulla. Ciò che conta è quello che sei. Perché una donna dovrebbe essere definita in base alla sua età? Basta! È ora di smetterla. Io mi sento completamente a mio agio con i miei 40 anni, ma chi se ne importa? Agli attori maschi non viene mai chiesto: «Allora, a 40 anni, come si sente?». Gli uomini non vengono definiti in base all’età.

Lavora da quando era quindicenne. Che cosa ha imparato in tutti questi anni di carriera?
“A fare delle scelte senza cercare il successo, portando avanti piuttosto una ricerca personale. Bisogna svincolarsi dallo sguardo degli altri. È a quel punto che la vita comincia a essere davvero interessante. Un percorso lungo. Ho dovuto liberarmi da un mucchio di cose: dalla mia famiglia, dall’immagine di donna-oggetto, da una certa idea di amore, dall’ideale di madre perfetta e anche dalle pretese schiaccianti che imponevo a me stessa… Ho passato la vita a cercare di uscire da schemi estremamente dolorosi. A volte, sono stata infelice… Infelice di non riuscire a rispettare i codici. Nel corso del tempo, mi sono resa conto che questa era la mia forza. Tutto quello che cerco oggi è la gioia, quella dell’infanzia, la leggerezza”.

Che messaggio ha ricevuto da bambina?
“Si può riassumere come un “mancato sguardo” su di me, sin dall’infanzia. Quando ho iniziato a lavorare con i fotografi, uno sguardo si è posato su di me, ed è per questo che ho incominciato a sentirmi valorizzata in questo mestiere. Ho finalmente avuto l’impressione di esistere. Ma verso i 18 anni mi sono resa conto che quello sguardo non era necessariamente quello che mi avrebbe resa libera come donna, e non intendo come attrice o modella… Dovevo andare oltre l’immagine. Ho incominciato a essere più selvaggia, a osservare gli altri, a stare in ascolto. Questo mi ha permesso di vedere, di vedermi e di uscire da tutto quello che era stato programmato per me”.

Laetitia Casta, l’intervista a ‘Io Donna’

I personaggi che ha interpretato l’hanno aiutata in questo percorso?
“Assolutamente! A volte, il cinema mi ha permesso di capire la vita meglio di quanto non l’abbia fatto la vita stessa. Certi personaggi hanno preannunciato dei cambiamenti dentro di me: altri hanno creato in me una risonanza rispetto a fatti accaduti molto tempo prima… A volte mi capita, leggendo un copione, di avere paura di un ruolo, ed è allora che devo mettermi a esplorare, perché è come se si svelasse qualcosa che non avevo ancora capito. Alcuni personaggi riescono persino a porre rimedio a certi miei traumi”.

Si sente ancora intrappolata nei codici e nei dettami costantemente imposti alle donne?
“Viviamo una forma di tremendo puritanesimo… Siamo continuamente giudicati, come in un processo. È terrificante essere costantemente catalogati. La vita è fatta di sfumature, non si tratta di essere sempre l’uno contro l’altro: gli uomini contro le donne o il contrario… O anche le donne contro le donne. Non siamo solo vittime. Naturalmente ci sono donne che vengono maltrattate, uccise, e dobbiamo parlarne e combattere. Ma io, per esempio, nel corso della mia vita, non posso negare di aver incontrato molti uomini che mi hanno costruita e mi hanno fatta diventare donna”

E ancora.
“Non ho problemi a essere ambigua. Non trovo che sia una cosa “sporca” farmi guardare da un uomo, a patto di essere rispettata. E in quanto donna, piace anche a me guardare gli uomini. La sessualità non deve essere qualcosa di temibile. È importante parlare di sessualità senza giudicare. È importante accogliere il desiderio. È quello che ci fa vivere, il desiderio. Dopodiché bisogna dominarlo. E una donna prova desiderio tanto quanto un uomo. Abbiamo una grande forza. Non deve più essere un problema. Essere donna, in armonia con tutta questa complessità, richiede un lungo percorso”.

Laetitia Casta si racconta: “Ho passato la vita a cercare di uscire da schemi dolorosi ma ora sono libera”

Che effetti hanno avuto su di lei le riprese di L’uomo infedele con Louis Garrel? Ha altri progetti con lui?
“Con il signor Garrel? (ride) C’è qualcosa nell’aria… Quindi non direi né sì, né no. Quello che mi è piaciuto lavorando con lui è stata l’esperienza inedita di vedere un progetto, un sogno crescere, prendere forma, fino al suo completamento. La condivisione, il fatto di essere totalmente coinvolta. Questo film è stata un’esperienza veramente forte. Mi ha fatto un bel regalo”.

Come concilia la vita di madre con il lavoro?
“Dicendo la verità ai miei figli. Non siamo soltanto madri. Ed è un dono condividere questa idea con i nostri ragazzi. Perché il giorno in cui saranno innamorati, potranno guardare l’altro senza ridurlo a un ruolo. È la cosa più bella che possiamo trasmettere loro. I miei figli mi parlano in modo diretto, senza filtri, e io rispondo con sincerità”.

Lei emana una sorta di forza silenziosa. Come vive gli alti e bassi della coppia, i momenti di dubbio, i passaggi?
«Tra due individui l’armonia deve essere conquistata» scriveva Simone de Beauvoir. Più di tutto sento il dovere di essere felice con me stessa per poter essere onesta di fronte all’altro. Non costruisco la mia identità per la coppia, la costruisco per me stessa. L’importante è essere in equilibrio sul proprio asse. D’altronde la parola “coppia” non mi interessa granché. Quello che mi interessa, piuttosto, è di essere autentica con l’altro. E poi c’è una parte di magia: quello che amo della vita è la sua capacità di sorprendere”.

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