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Spettacolo

Claudio Cecchetto, il figlio Jody: “Gioca Joeur passaggio di testimone. Di mio padre ammiro un aspetto soprattutto”

Claudio Cecchetto, il figlio Jody, cantante e co dottore radiofonico, ha rilasciato una intervista ai microfoni de ‘Il Giornale’

Claudio Cecchetto, il figlio Jody: “Gioca Joeur passaggio di testimone. Di mio padre ammiro un aspetto soprattutto”. Il 25enne rapper, figlio primogenito del noto talent scout e Maria Paola Danna, parla del padre, e non solo, in una intervista rilasciata ai microfoni de ‘Il Giornale’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

Tuo padre è un vulcano in piena, che consigli ti ha dato per la tua carriera?
“Di lui ho sempre ammirato, in tutti questi anni, l’approccio al lavoro. Lo stimo molto per come lui sposa il progetto, il modo in cui crede e si dedica. Non c’è un secondo che non pensi a quel progetto e va a dormire e si sveglia sempre con le idee in testa. Lui le cose le fa non con l’intento di voler per soldi, ha sempre fatto le cose perché secondo lui valeva la pena farle. Posso raccontarti un aneddoto?”

Prego, racconta pure…
“Da ragazzo faceva il batterista in una band e gli è capitato di non poter suonare, quindi è stato sostituito da un altro ragazzo. Una sera è andato ad ascoltare la sua band in cui suonava il batterista nuovo e gli è piaciuto un sacco quel sound! Così si è sfilato elegantemente ma perché era convinto che con quella formazione avrebbero spaccato di più. Insomma già da allora era talent scout e manager, tanto che poi ha lavorato dietro le quinte, dando una mano a Lorenzo Jovanotti, Max Pezzali e Fiorello. Quello che noto da parte di tutti coloro che hanno lavorato con papà è il grande rispetto e l’estrema riconoscenza nei suoi confronti”.

Jody Cecchetto: “Mio fratello nella musica inevitabile”

Anche tuo fratello Leonardo si è affacciato al mondo della musica con la hit “Focaccine dell’Esselunga” con lo pseudonimo OEL, come sono andate le cose?
“Era inevitabile accadesse, mio fratello ha sei anni meno di me e pesa di me, ha più muscoli di me e non so da chi abbia preso i geni, forse da mia madre, è un colosso (ride, ndr). Scherzi a parte, lui è molto appassionato di musica ed è sempre stato sempre in prima linea e sul pezzo. Ad esempio, lui ascoltava Sfera Ebbasta già sei anni fa, e sin dal primo mixtape che ci ha fatto ascoltare, sosteneva che avrebbe avuto successo. Insomma anche lui potrebbe diventare un altro talent scout, come mio padre! Io amo la tecnologia, lui ama molto la musica, segue la trap. Un giorno era nel mio studio e si è cimentato con un freestyle su una base di Youtube e ha cantato, a caso, che mia madre aveva comprato le focaccine dell’Esselunga. Ha fatto girare il brano su whatsapp e quando mio padre l’ha ascoltato si è appassionato e ha subito suggerito di pubblicarlo. Sono sicuro che mio fratello lavorerà nel mondo della musica, studia molto per questo”.

Hai ricantato in versione social la celebre hit “Gioca Joeur” di 38 anni fa di tuo padre Claudio, com’è nata l’idea?
“Un giorno ho chiesto a mio padre la base strumentale del brano, così ho riscritto delle parti e a lui è piaciuto subito. È un po’ un passaggio di testimone al momento giusto con il pretesto giusto”.

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