Gloria Guida si racconta tra passato e presente con qualche retroscena sulla sua carriera in un’intervista a ‘OFF’ l’inserto de ‘Il Giornale’
Gloria Guida si racconta: “Avevo deciso di dire basta, poi quella chiamata. Quelle docce in tv…”. L’attrice icona sexi degli 70 e 80 parla ai microfoni del collega Gustavo Marco Cipolla per ‘OFF’, l’inserto de ‘Il Giornale’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
Nel ’79 conosce Johnny Dorelli, un incontro che le ha cambiato la vita?
“Sì, perché poi è nata nostra figlia Guendalina. Stiamo insieme da 40 anni. Quando l’ho conosciuto era nel pieno della sua attività artistica e stargli dietro non è stato facile nonostante la differenza ventennale di età. Un periodo frenetico, abbiamo fatto teatro, prosa. Per un po’ ho continuato anche io, poi mi sono dedicata alla famiglia perché non mi piaceva l’idea di delegare a qualcuno l’educazione di Guendalina, che ho seguito fino alla scuole medie. Ho rifiutato diverse opportunità, ma dopo qualche anno sono stata contattata da Patrizia de Santis, la mia agente, che ha cercato di convincermi a ritornare sul palcoscenico, ma in modo felpato”.
Il suo debutto nella commedia sexy all’italiana è avvenuto con “La ragazzina”, a cui sono seguiti film cult, ancora molto apprezzati dal pubblico, come “La minorenne”, “La novizia”, fino a “Sesso e volentieri” di Dino Risi. Che effetto le fa quando le ricordano di essere stata un’icona di quel genere di pellicole?
“Mi diverte tanto. Icona sexy di un tipo di commedia ridanciana in cui non c’è mai stato niente di sporco e tutto veniva realizzato in maniera leggera. Quando mi rivedo ho nostalgia di quella giovinezza e mi dico che, forse, avrei potuto fare qualche “doccia” in meno davanti alla cinepresa. Non rinnego nulla e sono felice della mia carriera”.
Negli anni ‘70 le sue interpretazioni hanno suscitato non poche reazioni negative da parte delle femministe. Come ha reagito?
“All’inizio mi arrabbiavo, ma poi ho imparato a farmi scivolare tutto addosso. Per me si trattava di film adatti a tutti. E, al contrario, proprio perché la protagonista era una donna, avrei voluto che le prime spettatrici, orgogliose per la femminilità e il femminismo portati sullo schermo, fossero loro”.
Le scene di nudo sul set non erano un problema per lei?
“Sono sempre state scene velate. La donna in doccia era un classico, così come l’inquadratura dal buco della serratura. Faceva tutto parte di quei racconti in cui non c’erano situazioni volgari. Ma siamo in un’altra epoca, allora c’era più pudore, era tutto diverso. Però è un’esperienza che mi è servita e fa parte dello zainetto che mi porto sempre dietro”.
Edwige Fenech: siete state un po’ le Coppi e Bartali di quel periodo per il Cinema?
“Assolutamente no, non c’è mai stata competizione fra noi due. Lei era la professoressa, io la liceale. Lei mora, io bionda. Ruoli sempre molto differenti. Inoltre, il produttore di quelle commedie era il suo compagno, Luciano Martino, sempre contento per i nostri trionfi al botteghino. Purtroppo io ed Edwige non abbiamo mai lavorato insieme, avrebbero potuto pensare ad una storia in cui coinvolgere entrambe. Poi però il tempo è passato e non c’è stata la possibilità”.
Un episodio off e divertente che le è accaduto agli inizi della sua carriera?
“Avevo 11 anni, papà lavorava come barman in un locale di Riccione e nel ’71 vinse addirittura un premio come campione del mondo. Frequentavo dei corsi di canto e ricordo che mi spinse sul palco dove suonava una piccola orchestra, chiedendo di farmi intonare “A chi” di Fausto Leali perché ero davvero brava secondo lui. Con una faccia tosta come poche ho iniziato a cantare e il risultato fu una standing ovation. Mio padre mi ha sempre supportato, probabilmente avrebbe voluto fare spettacolo nella sua vita”.
Ha esordito come cantante, dimostrando in diverse occasioni di conoscere la musica, ad esempio nel programma “Tale e quale show”. Le dispiace di non aver mai calcato il palco dell’Ariston?
“Ho partecipato al “Cantagiro”, alla manifestazione “Un disco per l’estate” e al Festival di Venezia. Mi spiace non aver partecipato al Festival di Sanremo, ma so che sarebbe stato anche parecchio impegnativo e, di certo, bisognava avere la canzone giusta. Magari un giorno, chissà, come co-conduttrice o come ospite”.
È sempre bellissima, tant’è che, nel gennaio 2018, ha sfilato per la maison Gattinoni Couture alle Terme di Diocleziano a Roma con donne di tutte le età e Gessica Notaro, ex Miss sfregiata con l’acido dal compagno. Le piacerebbe ritornare sul grande schermo o preferisce la tivù?
“Sono abituata a muovermi in diversi ambiti e settori. Vorrei ritornare al Cinema ma gli spazi da protagonista per le donne sono sempre meno. Se ci fosse una parte perfetta per me, accetterei volentieri. Anzi, c’è una proposta nell’aria da parte di un importante regista italiano per un cammeo, ma si saprà nell’arco di due mesi. Potrei interpretare la mamma, la nonna o la zia. Sarei anche lieta di vestire quei ruoli femminili della grande Virna Lisi, che ho adorato, e che da quando è scomparsa nessuno fa più. Non mi dispiacerebbe riempire quel vuoto che ha lasciato nel mondo della recitazione”.
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