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Spettacolo

Sarah Jessica Parker: “La mia infanzia dura mi ha reso umile. Conquistata dalla Sicilia, soprattutto per un motivo”

Sara Jessica Parker: “La mia infanzia dura mi ha reso umile”. L’attrice e imprenditrice si racconta in una intervista a Vanity Fair

Sara Jessica Parker: “La mia infanzia dura mi ha reso umile. Conquistata dalla Sicilia, soprattutto per un motivo”. L’attrice e imprenditrice, con un patrimonio stimato a 100 milioni di dollari, si racconta in una intervista ai microfoni di Vanity Fair, della quale vi proponiamo alcuni passaggi.

Come ha deciso di lanciare perfino un vino?
«Non sono un’esperta, ma viaggiando molto ho imparato ad apprezzare il vino. Ho sempre amato lo Chardonnay, finché i fondatori di Invivo Wines mi hanno iniziata al Savignon Blanc, e ho ceduto alla tentazione di confrontarmi con qualcosa di diverso. Volevo un vino che avesse un sapore seducente, bilanciato e sorprendente (Questo vino ha di recente vinto la medaglia d’oro ai premi New World Wine Awards, ndr)».

Suo marito è un appassionato di vini?
«Quando viaggiamo ci piace provare i vini locali per immergerci nel territorio. Abbiamo scoperto gli Invivo Wines in Irlanda, mentre in Sicilia siamo stati conquistati dai forti vini locali e dai vigneti alle pendici dell’Etna. Sono innamorata dell’Italia come della Grecia, Paesi mediterranei carichi di profumi, colori, suggestioni».

Come decide su quale business puntare?
«Mi affido all’istinto, alla curiosità e al coraggio. E se fiuto una tendenza cerco di approfondire quanto ci sta intorno».

Trova che sia più dura per le donne imprenditrici?
«A volte siamo più timide, abbiamo riserve a chiedere spiegazioni. Ho imparato quanto sia importante porre domande. Solo con le idee ben chiare si può riuscire ad avere successo».

Lei ha tre figli, come è riuscita a conciliare lavoro e famiglia?
«Per fortuna adesso sono a scuola per quasi tutto il giorno! (Ride, ndr) Altrimenti non so, anche se ho chi mi aiuta, come farei! Ho sempre pensato che per una donna fosse importante realizzarsi: se sono felice io, riesco a soddisfare chi mi sta accanto. Ricordo ancora la fatica di mia madre che ha tirato su otto figli. E mi chiedo come facciano le donne, specie le madri single, a sbarcare il lunario facendo due o tre lavori insieme, magari senza assicurazione medica e aiuti».

Anche suo marito l’ha sempre sostenuta.
«Certo. Ma la nostra “colla”, il segreto che ci tiene insieme, è che continuiamo a divertirci. L’ho sempre amato molto, abbiamo avuto i nostri alti e bassi (Abbassa gli occhi, forse riflettendo sui gossip sulla presunta infedeltà di lui, ndr), ma ho imparato l’arte del compromesso nelle relazioni».

La prossima primavera sarete insieme a teatro in Plaza Suite.
«Il teatro è quello a cui ci sentiamo più connessi; per noi rappresenta l’inizio di tutto, anche della nostra storia d’amore».

Come è nata, invece, la sua passione per la moda?
«Per me è una forma d’arte. Alcuni stilisti sono molto generosi e mi lasciano tenere i vestiti che ho portato sul red carpet. Li custodisco nel mio armadio come se fosse una biblioteca, dove di tanto in tanto si va a recuperare quel libro che ami per rileggerlo. O li offro ai musei».

Manolo Blahnik le ha addirittura dedicato una scarpa.
«Il mio personaggio di Carrie in Sex and the City impazzisce per lui, e anch’io confesso che da ragazza ho speso stipendi per acquistare un paio di scarpe… Adesso mi piace andare per mercatini delle pulci – quelli di Roma mi fanno impazzire! – e mi diverto a mixare nuovo e vintage».

Lei è un modello di glamour, ma si sente vicina alla gente comune (nel 2007 con Steve & Barry’s lanciò la sua prima linea di moda, Bitten, con pezzi sotto i 20 dollari, ndr).
«Sono cresciuta in un posto sperduto del Midwest dove nemmeno sapevano cos’era Hollywood. Mia madre ha fatto molti sacrifici, ma la mia infanzia dura mi permette oggi di apprezzare qualsiasi cosa e mi spinge a essere gentile con tutti, soprattutto con chi è meno fortunato».

Vedremo un altro film o altre puntate di Sex and the City?
«Mi piacerebbe, perché i tempi sono cambiati e vorrei vedere i personaggi confrontarsi con i social media e con il MeToo. Anch’io mi sono trovata in grande disagio, una volta, con un attore famoso su un set, al punto che ho dovuto far intervenire il mio agente. Ma, allora, non si parlava, si cercava di proteggersi come si poteva e di lavorare. Per questo con la mia casa di produzione mi dedico a progetti, come Divorce, dove il team è quasi tutto al femminile, come i temi che trattiamo».

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