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Cronaca

Incidente Paternò, l’uomo alla guida: “Ho perso il controllo”. Manuel con loro per un passaggio

Incidente Paternò, l’uomo alla guida dell’auto che all’alba di ieri si è schiantata contro uno spartitraffico, sussurra dal letto di ospedale

Incidente Paternò, l’uomo alla guida: “Ho perso il controllo”. Manuel con loro per un passaggio. Quella che doveva essere una serata di allegria e divertimento, si è invece trasformata in un film dell’ orrore, dove quattro ragazzi perdono la vita mentre stanno rientrando in casa con ancora in bocca il sapore di una bella serata trascorsa in un locale. Quando sei giovane è così, non pensi mai che un momento così bello possa interrompersi per sempre, da un momento all’ altro.

È la storia di Lucrezia Diolosà Farinato, 28 anni, Manuel Petronio, 17, Salvatore Moschitta, 20 anni, e della 15enne Erika Germana Bozza. I quattro ragazzi morti nello schianto tra una Seat Leon e uno spartitraffico che ha spezzato in due l’ auto. Con loro, alla guida dell’ auto c’ era anche Giuseppe Cusimano, 40 anni, fratture ovunque ma salvo per miracolo.

Ricoverato al Cannizzaro di Catania, ai medici avrebbe sussurrato in pena: «Non so cos’ è successo, ho perso il controllo della macchina…». Come riporta l’ edizione de ‘Il Corriere della Sera’ in edicola stamane, l’ uomo, il controllo deve averlo perso per la velocità o per un colpo di sonno alle 4.30 del mattino, nel rientro verso Adrano, sulle pendici dell’ Etna.

L’ incidente dopo una serata al Banaker, l’ affollatissima discoteca di Acicastello. Come si legge sul quotidiano “la più gettonata fra Catania e Taormina. Qui aveva brindato con la sua compagna, Lucrezia Diolosà Farinato, 28 anni, madre di due bimbi avuti da un precedente matrimonio. E qui aveva scherzato sia con Manuel Petronio, 17 anni, sia con Salvatore Moschitta, 20 anni, abbracciato alla giovanissima convivente Erika Germana Bozza, 15 anni appena, il volto di una bambina.

Tutti morti nello schianto avvenuto sulla rampa nella zona industriale di Belpasso, con l’ automobile che viene letteralmente spezzata in due facendo schizzare ruote, sportelli, fari e corpi. Uno scenario spettrale dove forse poco conta che le cinture di sicurezze fossero sganciate. In attesa degli esami alcolici su Cusimano, indagato per omicidio stradale, si ricostruisce la dinamica di un’ altra strage che lascia cinque famiglie nella disperazione.

A cominciare da quella della piccola Erika, da qualche mese cresciuta in fretta perché con il suo Salvo, il ventenne morto con lei, aveva fatto la classica «fuitina» siciliana, la scappatella che secondo consuetudine poi permette a due giovani di convivere come marito e moglie. Stretti sul sedile posteriore della Seat, accanto al diciassettenne che non sapeva come rientrare in paese, Manuel, felice del passaggio offerto da Cusimano e dalla compagna, Lucrezia, serena per i suoi bimbi rimasti ad Adrano con i nonni.

Come spesso accadeva perché conviveva ormai da un anno con Cusimano, piccoli lavori in campagna lui, esplicito e appagato nel profilo Facebook: «Impegnato con Lucrezia». Un legame forte che cancellava i rispettivi precedenti matrimoni. E senza nulla togliere ai bimbi, Lucrezia si concedeva una distrazione al Banaker, d’ intesa con il loro amico Salvo Moschitta. Un legame rafforzato da quando questo ragazzo volenteroso, sempre alla ricerca di lavoretti in campagna, aveva fatto il grande passo convincendo la piccola Erika a seguirlo nella fuitina.

Una scelta che non è stata tormentata, come s’ è capito ieri al cimitero di Adrano quando sono arrivate le salme dei ragazzi e il papà di Erika ha chiesto che la bara della figlia restasse vicina a quella di Salvo. Senza maledire il giorno in cui, abbandonata Bronte, si è trasferito ad Adrano dove la sua creatura aveva smesso di andare a scuola per la scappatella. Accettando la convivenza in una villetta dei genitori di Salvo.

Una pena infinita. La stessa di Massimo Petronio, un ex commerciante da tempo senza lavoro, il papà di Manuel, paralizzato dal dolore come la moglie: «Lo aspettavamo per le due, tre di notte. Invece è tornato dentro una bara». E di questo giovane estroverso e vulcanico, resta solo il video postato su Instagram nella notte, due ore prima dell’ incidente, mentre ballava euforico in discoteca fra le luci poi spente nel buio dello schianto.

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