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Psico Pillole – Adolescenti. Questi sconosciuti. La nostra psicologa risponde ad una mamma preoccupata

Nuovo appuntamento con la nostra rubrica Psico Pillole dove oggi tratteremo il tema adolescenti

“Salve dottoressa, mi rivolgo a Lei perché non so più come comportarmi con mio figlio, 14 anni, primo anno di Superiori e nessun problema di profitto, ma io non lo riconosco più. Si comporta come non ha mai fatto prima e parla sempre in dialetto. Temo che questo comportamento possa diventare un problema di condotta in classe o comunque farlo apparire come non è. Perché io lo conosco bene e so che non è come sta apparendo agli occhi degli altri in questo momento. Non so se sono ansiosa ma sono una mamma preoccupata”.

Riporto il dialogo che ho avuto con una mamma che pochi giorni fa mi ha chiesto un chiarimento rispetto alla condotta del figlio che gli appare irriconoscibile.

In effetti, un po’ ha ragione. Perché quello che accade da un punto di vista psicodinamico* è un processo che si chiama identificazione. Spieghiamolo un po’. Attraverso questo processo il/la ragazzo/a si identifica con alcune parti di persone (del suo presente o anche del passato) che egli idealizza per qualche motivo e le introietta*, le fa sue.Dunque nel comportamento dell’adolescente, verbale e non verbale, è come vedere all’opera più persone che in questo momento vengono ‘assorbite’ perché servono alla strutturazione di un’identità definitiva.

La formazione dell’identità, la sua conquista (che a dire il vero non è mai una volta e per tutte ma trattasi di un processo in continuo divenire), passa attraverso delle fasi. La risposta alla domanda “chi sono?” si ottiene gradualmente, ma è proprio durante l’adolescenza che assume un’intensità maggiore. La cosiddetta ‘crisi adolescenziale’ non è altro che la messa in discussione di tutto ciò che si è appreso ed interiorizzato nell’infanzia per poter affermare il proprio modo di essere, privo delle interferenze di mamma e papà (o anche di altri).

La percezione della nostra mamma preoccupata… ovvero di avere un estraneo in casa, in effetti è giusta! Se per estraneo intendiamo ciò che ‘esce da noi’ nel senso che non fa parte della nostra prospettiva. Perché in questa fase si sta sviluppando un altro modo di vedere diverso dal quello del contesto familiare e le introiezioni che provengono da fuori fanno parte del mondo relazionale dell’adolescente (amici, personaggi famosi, parenti, professori).

Consiglio un esercizio molto semplice: guardare i nostri ragazzi nel gruppo con il quale interagiscono. Invitare gli amici che frequentano solitamente (che sia uno, due o di più) a casa per un film, un progetto assegnato come compito da svolgere, una ricorrenza.. ci aiuterà a riconoscere anche negli altri un pattern di comportamenti ricorrente, uno standard  comunicativo, fatto anche di espressioni dialettali, che ci permetterà di dare un senso a ciò che prima credevamo non ne avesse. Ma attenzione! Non è un invito all’invadenza! In questa fase il controllo deve avvenire dietro le quinte animato da uno scopo: comprendere per sostenere i nostri figli, e non per controllare e gestire al posto loro.

Il processo di individuazione avviene sulla base della differenziazione dal periodo (o fase) immediatamente precedente a quello adolescenziale. Comprendere questo fa sì che un genitore possa svolgere al meglio il suo ruolo in questa fase. Immaginiamoci in una barca con nostro/a figlio/a, dove noi siamo i traghettatori per condurli sulle sponde verso le quali tendono e durante il percorso una lunga chiacchierata ci permetterà di comprendere quali esse siano, scorgere la meta  e traghettare tra la nebbia.
Buon viaggio!

Dr.ssa Maria Pirozzi

Se avete un quesito da sottoporre alla rubrica “Psico Pillole – rubrica di InFormazione psicologica”  a cura della dott.ssa Maria Pirozzi,  potete inviare una mail all’indirizzo redazione@brevenews.com  specificando nell’oggetto SEZIONE PSICOLOGIA. Le mails pervenute saranno pubblicate in forma anonima o con la firma dell’interessato qualora essa venga apposta in calce al documento.

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Dr.ssa Maria Pirozzi

Psicoterapeuta, psicodrammista laureata presso l'Università degli Studi della Campania L. Vanvitelli, iscritta all'Ordine degli Psicologi della Regione Campania. Specialista in psicologia clinica. Membro del gruppo di ricerca IL PROBLEMA DEL TRANSFERT presso Dipartimento di Psicologia Università degli Studi Luigi Vanvitelli di Caserta (ex S.U.N.).

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