Mara Venier confessa: “Domenica In? Avevo paura di Barbara D’Urso. Se torno l’anno prossimo? Vi dico una cosa”
Mara Venier confessa: “Domenica In? Avevo paura di Barbara D’Urso. Se torno l’anno prossimo? Vi dico una cosa”. La conduttrice di Domenica In si racconta in una lunga intervista rilasciata ai microfoni de ‘Il Mattino’.
Viale Mazzini ormai è la sua seconda casa, ma come ci arrivò?
«Fu un’idea di Carlo Fuscagni. Per la Domenica in del 93 cercavano una ragazza per un gioco e anche se non ero più tanto ragazza mi inserirono nel gruppo con Luca Giurato, Don Mazzi e Monica Vitti, amica mia e di Renzo Arbore, con cui stavo all’epoca».
E così abbandonò il cinema.
«Ma non ero Anna Magnani, non fu una perdita grave».
La tv la conquistò subito?
«Beh, il giorno prima del debutto si accorsero che non c’era un vero conduttore, ognuno gestiva i suoi spazi e Paolo De Andreis mi disse che avrei dovuto fare da fil rouge: ebbi un attacco di panico. A casa Renzo mi accolse in cucina, preparava il sugo. Io piangevo, non volevo presentarmi negli studi».
E invece?
«Mi disse: Vai così, mostrati come sei, senza trucco, con i capelli raccolti. Ma a darmi la spinta materiale fu Fabrizio Frizzi che era lì come ospite, al via mi catapultò letteralmente davanti alle telecamere».
Dopo anni come ospite e opinionista a Mediaset, la scorsa stagione è tornata in Rai per la sua decima «Domenica In», ci resterà?
«Posso dire che non ho mai avuto tante offerte di lavoro come in questo momento e che invece mi piacerebbe andare in vacanza a Santo Domingo con mio marito o passare un po’ di tempo con il figlio di Paolo, il mio nipotino Claudio. Mi fa impazzire».
Ma immaginava tanto successo?
«Veramente pensavo fosse un passo azzardato e avevo una paura pazzesca soprattutto perché avevo una competitor molto forte. Mio marito Nicola Carraro non voleva. Poi, rispetto ad altre edizioni del programma, questa volta c’ero io, io sola, Mara. Era una partita difficile, mi hanno seguito e appoggiata Angelo Teodoli e Teresa De Santis, posso dire che questa Rai mi ha lasciato piena libertà».
Il segreto allora è solo Mara: niente trash per aumentare l’audience e i clic in rete?
«Io credo che abbiamo fatto una bella tv, come la chiedono le famiglie italiane oggi, un programma con cuore e sentimenti, di riflessione, ma anche elegante».
I dati parlano anche di tanti giovani davanti al piccolo schermo, una novità. La definiscono la «zia» più amata d’Italia.
«A Mediaset grazie all’amicizia con Maria De Filippi mi ero divertita, avevo un mio pubblico giovane che mi ha seguito in Rai come in una ondata di amore. Ero stata a Tu sì que vales, opinionista a L’isola dei famosi, C’è posta per te. Ora sono i contatti sui social a parlare, quasi due milioni di follower, una cosa che non avrei mai immaginato».
Ha dedicato anche più di una puntata a Napoli, c’è un motivo?
«Prima di tutto tifo per il Napoli, da sempre! Napoli è nel mio cuore. Nel 1987 in occasione del primo scudetto andai allo stadio con Arbore, De Crescenzo, la Laurito e un gruppo di amici scatenati. Ho un ricordo indelebile della città impazzita, fino a notte girammo per le strade a far festa. E naturalmente la musica napoletana fa parte del mio dna anche se sono nata a Venezia, mia madre era una appassionata di canzoni napoletane».
Come Renzo. E lei?
«Mi fanno sempre battere il cuore. Quando Mario Merola nel 1980 mi chiamò per una particina in Zappatore fu come se Spielberg mi avesse portato a Hollywood. A Napoli ho avuto amici carissimi, a Ischia a casa di Gaetano Altieri come a Capri ho passato vacanze fantastiche per un periodo lungo della mia vita».
Parlavamo di futuro.
«Beh, ho appena presentato la mia linea curvy come stilista per Luisa Viola, pare vada molto bene. Poi credo sia giunto il momento di mettere in gioco la mia credibilità e la mia esperienza per aiutare chi si avvicina al mondo dello spettacolo. Ci sono tanti talenti giovani che hanno bisogno di sostegno e buoni consigli. Come Alfio nato in Australia da padre calabrese e madre siciliana, l’ho portato con me a Sorrento, come ospite del premio Agnes. Mi fa un po’ impressione parlarne qui, nella suite Pavarotti di questo meraviglioso albergo a picco sul mare. Alfio ha una voce pazzesca, mi ricorda Sinatra, penso farà strada».
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