Paola Perego in un’intervista a Vanity Fair parla del padre
Paola Perego ha rilasciato un’intervista a Vanity Fair a pochi giorni dal ritorno in tv con Non disturbare in cui racconta anche del suo privato e del padre. La conduttrice sarà impegnate in una serie di interviste con personaggi celebri dal 21 giugno su Rai 1. “È un programma che mi piace tanto e che mi dà tanta soddisfazione perché sono confronti fra persone, non interviste”. Chiarisce subito la Perego.
“È un programma bello, che mi arricchisce, che mi permette di imparare tante cose… Sono una persona curiosa e, poi, non sopporto quando gli altri non ascoltano me: inizi a parlare e a un certo punto attaccano con i problemi loro e non ti danno più retta. Ascoltare è una dote che dovrebbe avere chiunque voglia coltivare un’amicizia”.
Nel programma la Perego incontra i suoi ospiti in una camera d’albergo e controlla il contenuto dei loro trolley. A Vanity Fair parla del suo ‘bagaglio’. “Dipende dalla giornata in cui l’ho preparato ma, oggi, trovereste pigiamoni e tute perché sono stanca, sto spesso sui tacchi e mi fanno male le caviglie. Poi molti apparecchi tecnologici a cominciare dall’iPad senza il quale non mi muovo perché adoro guardare le serie tv mentre viaggio, ci lavoro e ci faccio tutto. Niente trucchi, però: tanto mi trucca il truccatore e non c’è bisogno che li abbia dietro. In generale cerco di portare sempre il minimo indispensabile, se sto via una notte metto via i campioncini di crema che pesano di meno”.
I programmi di interviste oggi vanno per la maggiore, l’ultimo visto in tv è stato condotto da Raffaella Carrà. “C’è un’epoca per tutto e, evidentemente, i talent e i reality non sono più la novità. Con Non disturbare siamo stati i primi a fare le interviste in questa maniera, sta nascendo una moda: siamo abituati a vedere i personaggi intervistati più volte che ripetono sempre le stesse cose, il lavoro, la carriera e il resto. C’era bisogno di una prospettiva diversa, più intima”.
Paola Perego parla anche del suo carattere di donna concreta e reattiva. “Reagisco molto bene al momento, se devo avere un crollo magari ce l’ho dopo. Per me un problema equivale a una soluzione, immediata. Credo di non riuscire a gestire il senso di impotenza, tutto deve risolversi ora e subito. Mi sto sentendo impotente adesso perché mio padre, che ha novant’anni, è molto ammalato. Vorrei rimetterlo in piedi: non se ne può andare sulla sedia a rotelle. Sto lottando, ma non è semplice. Ci proverò fino all’ultimo momento, ma rimane frustrante non poter fare nulla per impedirlo”.
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