Elezioni in Slovacchia, Turchia e Ucraina:
Slovacchia. Ucraina. Turchia. Sono tre Paesi dai quali emergono indicazioni importanti dopo essere andati al voto. In Turchia, però, si è trattato di elezioni amministrative ma fondamentali per la geografia politica della Nazione. Infatti, si è votato, tra le altre, ad Ankara e ad Istanbul, in entrambe le città sono stati sconfitti i candidati di Erdogan. Si diceva che questa tornata amministrativa fosse un voto sulla popolarità del presidente turco, uscito sicuramente un po’ ammaccato.
Nella Capitale, dove l’Akp governava da 25 anni, l’ha spuntata Mansur Yavas, candidato dell’opposizione. Ad Istanbul, una città chiave di cui Erdogan è stato anche sindaco e dove si produce un terzo del Pil nazionale, si è imposto Ekrem Imamoglu nel testa a testa che lo vedeva contrapposto al candidato di Erdogan, l’ex primo ministro Binali Yildirim. Lo scarto è stato risicatissimo (48,79% a 48,51), una volata che ha premiato sul filo di lana l’esponente repubblicano.
Sicuramente un campanello d’allarme per Erdogan che, dopo aver ottenuto più potere in seguito al referendum del 2017 vinto di misura, ha subito una dura batosta in questa tornata amministrativa che era quasi un altro referendum su di lui. Stavolta l’esito è stato diverso, segno che la Turchia è un paese diviso, basti pensare che solo tre anni fa ci fu quel fallito golpe da parte dei militari e a seguire le epurazioni del sultano.
In Slovacchia, ci sono state le elezioni presidenziali che hanno visto trionfare Zuzana Caputova. La 45enne avvocatessa è la prima donna presidente del Paese dell’Est, con il 58% ha prevalso anche al secondo turno contro il socialdemocratico, Maros Sefcovic, vice-presidente della Commissione Europea e appoggiato dal governo. Ad incidere tantissimo sul voto, sicuramente ha pesato l’assassinio di Jan Kuciak, un giornalista slovacco ucciso nel febbraio 2018 insieme alla fidanzata, Martina Kusnirova.
Il cronista stava portando avanti una inchiesta su presunte collaborazioni tra il governo slovacco e la criminalità italiana. Una vicenda che ha indebolito tantissimo l’esecutivo e che ha spinto il premier, Robert Fico, a rassegnare le dimissioni. L’europeista Caputova ha saputo cavalcare il clima di protesta e ostilità verso il governo slovacco aprendo una breccia su quello che sembrava il monolitico gruppo di Visegrad.
Si è votato anche in Ucraina per le presidenziali, e il primo turno se l’è aggiudicato non un politico di professione, bensì un attore come Volodymyr Zelensky, che in una fiction ha interpretato un insegnante che, a sorpresa, diventa presidente. Il risultato è ancora incerto perché è atteso l’esito del ballottaggio che vede il comico, attestatosi al 30%, contro il presidente uscente, Petro Poroshenko, fermatosi al 16%. Solo 13% per Yulia Tymoshenko, ex premier ucraina. Zelensky viene indicato come il candidato anti-establishment, sulla base di quanto emerso dal primo turno, si può dire che in Ucraina ci sia stato un vero e proprio voto di protesta.
In un sistema a doppio turno, l’esito della prima tornata non è mai scontato che si ripeta, si apre un’altra partita, dove spesso i candidati sconfitti al primo turno decidono se parteggiare per l’uno o per l’altro candidato. L’Ucraina è in una posizione strategica, sicuramente sia Putin che Trump guarderanno con attenzione a quello che succederà il 21 aprile.
Maurizio Longhi per BreveNews.Com
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