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Cinema

Stallone sul set di Creed II: “Nel 1976 per l’Oscar di Rocky affittai uno smoking, ma ruppi il laccio del cravattino…”

Sylvester Stallone in un’intervista a Il Giornale

Sylvester Stallone ha rilasciato un’intervista a Il Giornale in cui racconta dell’imminente uscita di Creed II. Il film sarà nelle sale americane il 24 gennaio diretto da Steven Caple Jr. e racconta dell’ incontro fra Adonis Creed, figlio di Apollo, interpretato ancora una volta da Michael B Jordan, e Viktor Drago, figlio di Ivan che ha il volto e il fisico possente dell’attore e lottatore tedesco Florian Munteanu. 

“La rivalità fra Rocky e Ivan Drago è stata ereditata da Viktor e dal pupillo di Rocky, Adonis Creed”, racconta Stallone, “In un certo qual modo. I due ragazzi, anche se non hanno nulla di personale l’uno contro l’altro, sentono di dover riscattare i padri, combattono per vendetta. C’è qualcosa di shakespeariano in questa storia”.

Stallone si immedesima molto nel personaggio di Rocky, che l’ha reso famoso al grande pubblico, “Rocky è chi avrei voluto essere. Lui non ha mai una parola fuori posto, mai un atteggiamento sbagliato, mai una resa. La mia vita non è stata proprio così. Rocky rappresenta il mondo come lo conosco e come avrei voluto essere. E’ per questo che è sempre un’ emozione interpretarlo, anche dopo 42 anni”.

In Creed II ci saranno riferimenti ai vecchi film, delle chicche per gli appassionati, “Ci sono molti riferimenti a Rocky IV, ovviamente. Il pubblico più maturo si divertirà”, racconta Stallone che nel 1976 vinse tre Oscar, miglior film, regia e montaggio. L’attore venne nominato fra i migliori protagonisti e per la sceneggiatura ma non vinse, “Fu una serata memorabile lo stesso. Affittai uno smoking. Mi stava stretto, soprattutto il colletto, nel tentativo di allargarlo ruppi il laccio del cravattino. L’ autista si offrì di darmi il suo ma erano gli anni Settanta e pensai che sarebbe stato figo sbottonare la camicia e lasciare aperto il colletto lunghissimo e appuntito. Non scorderò mai gli sguardi scandalizzati di tutti. Erano quelli anni molto formali”.

 

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