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Conte e Salvini divisi sull’immigrazione, i gilet gialli “respingono” Di Maio

Conte e Salvini divisi sull’immigrazione, i gilet gialli “respingono” Di Maio:

C’è aria di fibrillazione all’interno della maggioranza, le parole del premier, Giuseppe Conte, a Porta a Porta sui migranti della Sea Watch e Sea Eye (“vado a prenderli in aereo”), hanno provocato l’irritazione del suo vice nonché ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che ha risposto per le prime dicendo di non volersi piegare agli scafisti e ai trafficanti.

Un botta e risposta che ha fatto discutere, dalle parti di Palazzo Chigi si tende a minimizzare la divergenza di vedute, ma è chiaro che non si può parlare di semplice dialettica interna quando tra un premier e uno dei suoi due vice ci sono posizioni così differenti su una tematica importante come quella dell’immigrazione.

Ma, sempre sul fronte dell’immigrazione, si registrano incongruenze anche tra le due forze di governo, come se volessero marcare le differenze con l’approssimarsi della campagna elettorale per le Europee.
Tra l’altro, dal mondo leghista sono arrivate perplessità anche sul reddito di cittadinanza, cavallo di battaglia dei Cinque Stelle, se non si dovessero trovare le risorse per i disabili e per le famiglie.

Il quadro che ne viene fuori è inequivocabile: se prima almeno ci si sforzava di andare d’amore e d’accordo, quanto meno dal punto di vista mediatico, adesso le differenze tra i due alleati di governo si accentuano sempre di più con il rischio che possa essere minata la tenuta dell’esecutivo.

Negli ultimi giorni, sul governo si è accesa anche una feroce polemica sul salvataggio della banca Carige, dai banchi dell’opposizione si grida all’incoerenza con il Pd che, rispolverando il caso Mps, fa notare alla maggioranza di aver adottato gli stessi provvedimenti che criticava quando gli attuali assetti erano invertiti, con il Partito Democratico a governare e Lega e Cinque Stelle a fare le barricate su tutto.

Dal fronte giallo-verde, ci si difende parlando di tutela dei risparmiatori con il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, che ha ventilato l’ipotesi della nazionalizzazione dell’istituto di credito.

Proprio il vice-premier in quota pentastellata, facendo riferimento alle proteste divampate nelle piazze francesi contro il governo Macron, ha strizzato l’occhio ai gilet gialli mettendo a loro disposizione la piattaforma Rousseau. Ma Jacline Mouraud, in prima linea nella protesta e incline a creare un partito il cui nome dovrebbe essere “Gli emergenti”, più che compiacimento ha mostrato irritazione per la proposta di Di Maio parlando di ingerenza in vicende che riguardano il popolo francese.

La sortita del capo politico del M5s ha creato imbarazzo al premier Conte, il quale, per non minare i suoi rapporti diplomatici con l’Eliseo, ha provato a disinnescare il caso dicendo che Di Maio si era espresso nella veste di leader politico e non di rappresentante del governo.

Dal canto suo, lo stesso vice-premier ha ribadito la sua posizione ricordando le sprezzanti parole di Macron quando associò all’Italia una malattia come la lebbra. Non è bastata la lunga trattativa con l’Unione Europea per l’approvazione della manovra di bilancio a rasserenare gli animi, all’interno del governo italiano si accentuano le differenze tra i due alleati, c’è chi le interpreta come i prodromi di una rottura, con i riflessi che si palesano anche nei rapporti con gli altri Paesi.

Maurizio Longhi per BreveNews.Com

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