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Regali di Natale, ecco 10 profili tra cui riconoscere amici, parenti o… voi stessi

Regali di Natale: cosa rivelano di noi?

Dimmi che regalo di Natale fai e ti dirò chi sei. Ognuno ha un suo “stile” che dice molto della nostra personalità, di come gestiamo i rapporti con gli altri e anche di come siamo bravi (o negati) a farci capire. Doni e donatori sono da sempre stati oggetto di studio per psicologi, antropologi ed economisti. 

Focus ha riportato un estratto del libro “Dimmi che regali fai…” di Camilla Ghirardato che ha selezionato 10 profili di donatori.

1 – L’EGOCENTRICO. Forse tra tutti è quello che più gode a fare i regali: ovvio, li fa a se stesso. Così ecco impacchettati per la moglie l’hi-fi, per il figlio di due anni il videogioco… L’egocentrico ha imparato a dribblare lo stress da regalo scegliendo doni che è sicuro piaceranno ad almeno una persona: lui/lei. Appartiene alla categoria anche il bricoleur: l’aspirante artista che regala i suoi acquerelli, l’amica che si presenta col vasetto dipinto dalle sue mani d’oro. «Anche qui il regalo esprime narcisisticamente la personalità del donatore. Fanno eccezione i regali self-made ma con affetto, come le sciarpe ai ferri delle nonne: il messaggio allora è “Non prendere freddo, mi sei caro”», dice la psicologa Ilaria Bordone.

2 – IL GENIO. È quello che trova sempre il regalo azzeccato per tutti. Ma come fa? Semplice (per lui/lei): è empatico, anche nella scelta delle ciabatte per la zia o del gadget per il collega che va in pensione. «Riesce a infilarsi nei panni dell’altro per immaginare i suoi desideri. Inoltre, sa calibrare la portata dei suoi doni per non mettere in imbarazzo i destinatari», spiega Bordone.

3 – IL VOLENTEROSO. Ci pensa, si sforza, cerca ovunque il regalo perfetto. Eppure, il suo dono tanto pensato, una volta consegnato, resta tristemente a prendere polvere. Un team guidato da Mary Steffel della University of Cincinnati (Usa) ha spiegato il perché: il volenteroso si sforza di trovare una strenna “personalizzata”, spiega Steffel, «con cui cerca di dimostrare che conosce bene l’altro». L’ironia è che noi – quando siamo dalla parte di chi scarta il pacchetto – piuttosto che “su misura” i regali li preferiamo versatili. Per verificarlo, Steffel ha chiesto a due gruppi di volontari di immaginarsi nei panni di chi regala o di chi riceve e di scegliere tra due possibilità: un buono per il negozio preferito (dell’altro o proprio) o uno spendibile ovunque. Risultato: i donatori sceglievano in genere il dono più mirato, i riceventi il buono più versatile. È per questo che il donatore ben intenzionato “toppa”, dice Steffel, «quando esagera con la personalizzazione: l’amico che adora il cocktail Margarita potrebbe non usare mai la macchina per farlo a casa e preferire un frullatore multiuso».

4 – IL COMUNITARIO. I regali li fa, ma solo perché è un obbligo sociale a cui è impossibile sottrarsi. «Né taccagno, né insensibile, il donatore per forza è semplicemente troppo oberato dagli impegni per trovare tempo per i regali. Al massimo si concentra su un dono, in genere quello per la persona amata», dice Ilaria Bordone.

5 – IL DISINTERESSATO. Anche lui non si sottrae ai cerimoniali. Ma è privo di idee, regala alla cieca, senza spremersi troppo le meningi. «Si tratta di persone con poche competenze relazionali. Il disinteressato non è empatico e tende a focalizzare l’attenzione non sulla sostanza ma sull’effetto», spiega la psicologa. 

6 – IL LAST MINUTE. Rimanda, rimanda e arriva trafelato quasi al 24 dicembre con ancora regali da fare. È incorreggibile, eppure con un massacrante tour de force riesce sempre a salvarsi. «Il ritardatario sfugge allo stress del regalo concentrando tutte le sue risorse in un gesto finale, una sfida con se stesso che gli richiede sforzo ma che spesso garantisce un ottimo risultato», dice Bordone. 

7 – IL RICICLATORE. I regali, da lui, sono in transito. Sfidando le gaffe, reindirizza sciarpe, libri o set di candele appena ricevuti ad altri destinatari. Tirchio e privo di tatto, lo stronchereste voi. Invece, ha un lato positivo. «È spesso animato dal desiderio di far arrivare il dono giusto alla persona più indicata. Cosa se ne fa di una bottiglia di pregiato rosso se non ha palato per i vini? Lo rifila al collega enofilo, in grado di apprezzarlo», sottolinea Bordone. 

8 – L’ANTICIPATORE. Per lui il Natale è un progetto da mettere in cantiere con mesi d’anticipo: è trionfante quando annuncia con superiorità ad amici e colleghi: «I regali? Già fatti».

9 – L’ESIBIZIONISTA. È un narciso, con un debole per i regali megalomani. Dice Bordone: «I suoi regali trasmettono un unico messaggio: “Io posso”». Il destinatario del dono, però, può anche non gradire la generosità del gesto: si innesca una sensazione di debito che può addirittura mettere in crisi la relazione tra i due.

10 – IL GRINCH. È il non-donatore, dal nome del mostro anti-Natale ideato da Dr. Seuss. L’opposto della collega che ha sempre un maledetto pacchettino per tutti. Non fa regali, dicendo di essere anticonsumista o in bolletta. Un avaro arido di cuore? In fondo, gli dà ragione Joel Waldfogel, economista dell’Università del Minnesota affermando che dal punto di vista economico comprare cose per persone di cui non si conoscono le preferenze è un «modo terribile di allocare risorse».

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