Natasha Stefanenko ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di Riccardo Jannello per il quotidiano ‘La Nazione’:
Natasha, più russa o italiana?
«Un giusto mix, il mio cuore è spezzato in due. I piatti della bilancia sono perfettamente pari. Intreccio il meglio delle due culture».
Che cosa è stata la Russia?
«Una scuola di vita, chi è sopravvissuto alla fine dell’ Urss non ha paura di nulla. Ho vissuto momenti storici esaltanti non sapendo che cosa succedeva al di fuori della mia città segreta».
Segreta?
«Sì, sono nata in una città che ora si chiama Ekaterinenbug, negli Urali, ma allora veniva indicata solo con un numero: 45. C’ era una fabbrica di uranio nella quale durante la guerra fredda si costruivano bombe. Tutti lavoravano lì. Una realtà assurda, ma la mia infanzia è stata la più felice del mondo, non avevo paragoni da fare».
Suo padre ingegnere nucleare lei ingegnere metallurgico: quasi una tradizione. Non aveva hobby da ragazza?
«Sì, facevo nuoto e grazie alle gare potevo girare tutta la Russia, ma dovevamo giurare di non rivelare la nostra provenienza. La prima volta la maestra ci riunì spiegandoci che non dovevamo dire di dove eravamo. Avevo 9 anni, rimasi molto scioccata».
I genitori abitano ancora lì?
«No, da quindici anni vivono a Mosca, ma hanno lasciato quel posto con dispiacere nonostante tutto. Recentemente mio padre mi ha detto che dei 15 amici che lavoravano con lui solo due sono vivi, gli altri morti per malattie derivate dalle radiazioni. Lì si va in pensione a 45 anni, non per un regalo, ma perché si è distrutti».
Eppure aveva scelto una strada simile a quella del padre…
«Avevo copiato mia sorella e da Ariete orgogliosa come sono non potevo non finire ciò che avevo iniziato e mi sono laureata. Ma l’ ingegnere non l’ ho fatto neppure per un giorno».
Invece che lavorar sui metalli si è trovata sulla passerella…
«Stavo facendo la tesi ed ero impazzita, per distrarmi seguii un amico a Mosca dove c’ era un concorso per modelle, il primo dopo la caduta dell’ Unione Sovietica. Era il 1991. Lo consideravo un concorso ridicolo perché il mio sogno era sposarmi, avere figli, vivere cose primitive, ma che danno felicità».
Che cosa non le piaceva?
«Non mi interessa essere un guscio vuoto. Io guardo al contenuto, a quello che sono davvero».
Però ha vinto…
«Sì, c’ erano 7-800 ragazze venute da tutta la Russia, il ‘Look of the year’ è il concorso più importante. Il mio amico mi ha fatto da angelo custode: all’ inizio avevo pregiudizi su quel lavoro, poi ci siamo fatti tante risate e lui a un certo punto mi ha detto di tentare la fortuna. E così alla fine gli organizzatori mi hanno chiamata, pensavo a uno scherzo, ma mi hanno chiesto di mettermi in costume da bagno. Io ho detto: non se ne parla nemmeno, me ne vado via non sono un cavallo. Pur di trattenermi mi hanno messo un costume intero e alla fine ho vinto il concorso».
La sua vita è cambiata in quel momento?
«No, dovevo laurearmi e non volevo rinunciarci, perché di quello che si fa non bisogna buttare nulla. E così rinunciai ad andare alla finale di New York nonostante John Casablancas, il fondatore della Elite, insistesse promettendomi almeno il terzo posto. Ma resistetti e lui alla fine dovette ripescare un’ altra ragazza che, guarda caso, arrivò terza…»
Poi è arrivata in Italia…
«Sì, sono venuta l’ anno dopo. L’ accoglienza è stata stupenda con la consapevolezza di essere in un Paese dove non c’ era paura di fare vedere le emozioni. In Russia siamo molto più complessi, spesso la gente non sa come comportarsi con gli altri e diventa aggressiva fino a essere antipatica».
Poi il debutto tv con Gerry Scotti…
«Era la prima volta, non sapevo una parola di italiano. Dovevo stare lì con la mini e le gambe che non finivano più… E lui sorrideva».
L’esperienza con Frizzi le è molto servita, vero?
«Ognuno di quelli con cui ho lavorato mi ha dato qualcosa, ma con Fabrizio è stato particolare. Ero in giuria come modella a Miss Italia 1996, mi ero appena sposata, e lui voleva che raccontassi la mia esperienza e dessi consigli sul futuro. Rimase colpito dalle mie domande a Denny Mendez che vinse il titolo scatenando lo scandalo per la sua pelle. Mostrai che avevo contenuto e lui mi propose un provino con Claudio Fasulo. Così fui presa in ‘Per tutta la vita’ ed è rimasta una amicizia fraterna. Mi mancherà molto».
Anche ora fa molta tv…
«Sì, in Italia e in Russia, cerco di favorire lo scambio fra i due Paesi. In Russia sul primo canale uscirà una serie di puntate con il concerto di Albano e Romina al Cremlino. Sono i miei idoli da quando ero ragazzina, in Russia li conoscono tutti».
Ma adesso è anche ‘influencer’: le piace il web?
«Non influenzo nessuno… In realtà da tre anni racconto le mie esperienze di ormai over over 45 alle amiche di tastiera, cerco di consigliare vestiti, cibi, regali».
Che cos’è per lei la famiglia?
«La batteria per ricaricarmi, la sicurezza, il rifugio».
Sua figlia seguirà la sua strada?
«Giovedì ha fatto il suo primo servizio fotografico, ma per lei è più importante finire il liceo ed entrare all’ università. Ma la pagano per questa occasione e il treno non passa due volte…».
Nel blog consiglia i regali di Natale: che cosa farà a Luca e Sasha?
«Si beccano due pigiami, Sasha con un coniglio, e un biglietto per un viaggio. Il regalo più bello è stare assieme e scoprire luoghi sperduti. In Italia ce ne sono di meravigliosi».
E il lavoro?
«A gennaio parte un progetto molto interessante su Mediaset. Incrocio le dita…».
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