Mughini replica alla querela ricevuta da Napoli attraverso una lettera pubblicata dal sito dagospia.com:
“Caro Dago, mettiti nei miei panni e ammetterai che ti troveresti a disagio ove tu fossi stato querelato “per diffamazione aggravata” – come sono stato querelato io – da un rispettabilissimo avvocato, da un egregio professore universitario e dulcis in fundo da un magistrato della Direzione distrettuale antimafia partenopea.
Tutti e tre napoletani, tutti e tre tifosissimi del Napoli, tutti e tre concittadini di Eduardo De Filippo e Giambattista Vico e Pino Daniele, tutti e tre abitanti della città dove se ne stanno i 120mila libri della biblioteca di Benedetto Croce ma anche le edizioni del mio caro e rimpianto amico Gaetano Colonnese. Mi accusano di avere diffamato tali e luminosi personaggi, Dio mio quanto sarei caduto in basso se lo avessi fatto.
Cos’è successo? Che una ventina di giorni fa mi telefona il mio amico Giuseppe Cruciani, il salace conduttore radiofonico che imperversa ogni giorno tra le diciotto e un quarto e le venti e quaranta. Mi chiede che cosa ne penso del fatto che nei locali dell’Università di Napoli si terrà un convegno il cui fine è di mostrare che l’anno scorso la Juve ha palesemente rubato lo scudetto al Napoli.
E del resto è quello che sostiene un’altra persona rispettabilissima e da me rispettata, il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis. Ovvio che al telefono, e tanto più quando sei al telefono con il mio amico Cruciani, le cose vanno per le spicce. Non chiedo i nomi e cognomi e soprannomi di quelli che stanno organizzando il convegno. Mi immagino un club di tifosi napoletani che lavorano all’Università, qualcosa del genere.
Di certo qualcosa di farsesco, e anche se non conosco i dettagli del chi e del come. So che lamenteranno la mancata espulsione di Pjanic in quell’Inter-Juve che poi avevamo vinto, e se invece fossimo rimasti in dieci chissà. Ma sono questi argomenti, da taverna dello sport, argomenti da portare in un’aula universitaria? A me non sembra davvero. Cruciani aggiunge che all’evento è stato invitato un altro personaggio ragguardevole, Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione.
Ribatto che non credo lui parteciperà a una manifestazione talmente surreale o, come ho detto prima, a qualcosa che somiglia a una farsa di paese. Epperò al telefono pronuncio una parola sbagliata, sbagliatissima, che tutto ciò appartiene alla “feccia” del tifo sportivo. La sostanza è giusta, giustissima, la parola è sbagliata, sbagliatissima.
Il convegno c’è stato. Un professore di diritto amministrativo ha dimostrato punto per punto gli episodi in cui le decisioni arbitrali favorevoli alla Juve erano “illegittime”. Ne ha dedotto che questo toglie agli studenti universitari fiducia nella “certezza del diritto”.
Non è una pièce con il grandissimo Totò, è la verità dei fatti per come si sono svolti in un’aula universitaria. Cantone c’è andato a quel convegno. Ha detto che quanto alla certezza del diritto Napoli ha problemi più seri, e che quei problemi andrebbero affrontati in un’aula universitaria.
Io che quanto ad ammirazione della squadra del Napoli non sono secondo a nessuno, non vedo l’ora di trovarmi di fronte quei tre luminosi protagonisti della Napoli universitaria e istituzionale, scusarmi con loro dell’espressione greve da me usata in una conversazione telefonica quanto di più spiccia, e raccontarci a vicenda le bellezze del calcio giocato. Dove succede, a differenza di quanto succede nella vita, che 99 su cento vince il migliore”.
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