Elisa D’Ospina, modella curvy, ha rilasciato una breve intervista a Piero Degli Antoni per le pagine de “Il Giorno”:
Domanda facile: esiste il corrispettivo italiano di curvy?
«Formosa».
Quando hanno cominciato ad andare di moda le donne magrissime?
«Per gli stilisti è più facile far indossare un abito a una donna magra, è come una gruccia. Ma le donne formose hanno comunque resistito: pensiamo a quelle del Drive In e a una come Serena Grandi».
Moda o non moda, agli uomini piacciono le donne formose?
«Mi auguro che agli uomini piacciano le donne intelligenti. Poi, che siano magre o grasse, alte o basse, more o bionde, non mi pare importante. Per quel che mi riguarda, mai nessuno si è messo a valutare che taglia avessi».
Lei ha detto che fino alla prima superiore nascondeva il corpo con grandi felpe. A quell’età invece ha scoperto «l’occhio maschile». Come è andata?
«In realtà il mio problema non erano le forme, ma l’altezza. Oggi sono 1,84 e già allora ero molto più alta di tanti maschi, sembravo una ripetente! Le prime forme cominciavano a spuntare e non c’era nessuno che ti educasse a capire un corpo che stava cambiando. In realtà io ragiono come un uomo, sotto molti aspetti sono poco donna».
Stento a crederci.
«Ho una mentalità pratica, concreta, anche se vengo dalla danza classica».
Se le si buca una ruota, la cambia lei o suo marito?
«Io, ovviamente!»
Lei ripete che le donne non devono lamentarsi dei loro difetti…
«Bisogna sempre mettere in evidenza il meglio di se stesse. Invece spesso si sentono le donne dire agli uomini che le hanno invitate a cena: hai visto che braccia grosse che ho? Mentre lui magari non se n’è nemmeno accorto».
Come ha conosciuto Monica Bellucci?
«Ero andata alla prima di un suo film, ed eravamo sedute vicine. Dopo la proiezione sono andata verso il bagno. Ce n’era solo uno, e io aspettavo insieme ad altre. Passano cinque minuti, dieci, quindici, alla fine mi spazientisco e dico ad alta voce: Ma cosa stanno facendo? Dopo un quarto d’ora la porta si apre ed esce lei, Monica Bellucci, e ci chiede scusa. Così siamo entrate in confidenza, e lei mi dice che mi trova molto bella e pensa che siamo molto simili. Io e la Bellucci! Una cosa da mettere nel curriculum».
Chi arriva a Milano dal Sud a volte si imbarazza perché la media delle persone è più magra…
«Io a Milano ho scoperto l’esistenza delle mezze porzioni. Una cosa pazzesca!».
Lei è testimonial del Ministero della Salute per la lotta all’anoressia e alla bulimia…
«Ho cominciato nel 2010 con le giornate di prevenzione dei disturbi alimentari nelle scuole superiori, insieme con medici e psicologi, giornate a cui ad anni alterni si aggancia anche il Ministero. Invece con i ragazzi delle elementari e delle medie parliamo di sana alimentazione».
Sulle chat esistono dei gruppi che incitano le ragazze a dimagrire senza controllo…
«Noi li denunciamo dal 2010. Sono i pro-ana, cioè pro anoressia, e pro mia, cioè pro bulimia. Sono gruppi molto pericolosi e incontrollabili. Chi gestisce questi gruppi consiglia a ragazze molto fragili come dimagrire. Incitano le ragazze a seguire diete estreme. Il problema è che non c’ è una legge contro questi fenomeni».
Ma chi c’è dietro queste iniziative? Cosa li spinge?
«Nei casi delle chat su social anonimi, sono gruppi di persone malate che si autoalimentano tra loro. Purtroppo su internet dilagano presunti influencer che pubblicizzano ogni tipo di prodotto».
Da cosa deriva quest’ ansia smodata di diventare magre?
«La molla è ovviamente psicologica, dettata da certi modelli. Sentir dire al responsabile marketing di Victoria’s Secret che vogliono solo donne magrissime perché la donna deve essere sogno è terribile. Molte loro modelle hanno denunciato di essere state costrette a diete liquide un mese prima delle sfilate. E si tratta di donne già baciate dalla fortuna per il loro fisico: come deve sentirsi, di fronte a questi modelli, una donna normale alta 1,60?»
Ma lei non sostiene nemmeno che grasso è bello.
«Non l’ho mai detto. Obesità non è bello, casomai è un inferno. Salute è bello. Ma per essere in salute ci vuole costanza e impegno».
Favorevole o contraria alla chirurgia estetica?
«Favorevole quando risolve un problema vero che crea un dramma autentico. Non sono certo favorevole alla chirurgia per vanità. Qualche anno fa c’ era la moda di regalare alla figlia, per i 18 anni, un intervento di chirurgia estetica. Per fortuna il fenomeno va riducendosi. Non è che una quarta di seno ti rende più piacevole o ti fa lavorare di più. Oggi tutte sognano di diventare influencer, ma quando non lo sarai più, cosa farai? Meglio coltivare i propri talenti».
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