Salvini a Napoli tra contestazioni e applausi:
La contestazione c’è stata, ma così flebile da passare in secondo piano, perché gran parte dei napoletani hanno accolto Matteo Salvini, in un quartiere tra i più degradati come quello del Vasto, con applausi, incoraggiamenti e selfie. Ci si chiede come sia stata possibile una cosa del genere dal momento che, l’attuale ministro dell’Interno, viene visto dai più come l’emblema di un Nord sprezzante e ostile nei confronti del Mezzogiorno del Paese. Ha stupito l’accoglienza clamorosa che il titolare del Viminale ha riscosso in una terra che, per orgoglio personale, non è abituata a perdonare facilmente chi l’ha offesa, perché Napoli ha una dignità che non metterà mai in vendita e che non esporrà al fianco di chi intende calpestarla. Eppure, è come se la città, o almeno una parte di essa, si fosse affidata unicamente a Salvini per vedere accolta la sua richiesta di una maggiore sicurezza, soprattutto nei quartieri in cui il degrado ha raggiunto percentuali inimmaginabili anche a causa dell’immigrazione clandestina. Al Vasto, dove ha fatto tappa il vicepremier, notte e giorno ci sono immigrati irregolari che bivaccano e che spesso finiscono nelle maglie della criminalità locale per riuscire a sopravvivere. Ordine e pulizia sono concetti caduti nell’oblio, chi abita in quelle zone non sente la vicinanza delle istituzioni e bisogna avere una forza d’animo straordinaria per non abbandonarsi alla rassegnazione.
È naturale che uno scenario simile abbia un riverbero negativo sulla percezione di sicurezza, Salvini sembra essere l’unico esponente della politica nazionale ad avere a cuore questo tema che è il primo da prendere in esame per la riqualificazione delle periferie, per il riscatto dei quartieri negletti e sotto scacco della malavita. Solo così si può spiegare l’atteggiamento morbido e indulgente che una parte di Napoli ha riservato al leader della Lega, perché parla apertamente di lotta spietata e incessante alla criminalità che permea il tessuto sociale del Sud nonché intere aree territoriali esercitando e imponendo un potere che si nutre di paure, intimidazioni e omertà. Napoli vuole ribellarsi a tutto questo, affrancarsi da chi la rende una città dove, soprattutto in alcuni quartieri, la percezione della sicurezza è su livelli bassissimi. Gli applausi a Salvini, oltre a suscitare indignazione, interrogano anche una certa classe politica che non è riuscita a fornire ai napoletani le risposte che si attendevano.
Quando ci si mostra sordi e indifferenti alle richieste di aiuto e di maggiore attenzione, allora la gente si volta da un’altra parte e si mette a osannare chi, esponendosi all’accusa di utilizzare toni propagandistici e demagoghi, si dimostra capace di leggere e interpretare i bisogni del popolo accreditandosi come l’uomo della concretezza se non addirittura della provvidenza. E si ha più facilità nell’ergersi a paladino della giustizia quando, chi doveva dare delle risposte, non ha saputo farlo, poi non ci si deve scandalizzare se si verificano gli scenari più impensabili. Salvini ha dichiarato di voler fare una lotta alla camorra quartiere per quartiere e pianerottolo per pianerottolo con una maggiore presenza di forze dell’ordine, una rete più capillare di videosorveglianza e contrastando la dispersione scolastica perché, a detta sua, l’illegalità si combatte con educazione e lavoro. Al di là delle parole, al di là degli impegni assunti e delle promesse annunciate, Napoli ha dimostrato di essere stanca, finora il suo grido di aiuto non è stato ascoltato a dovere, così si crea il terreno fertile perché arrivi il Salvini di turno al quale affidare le proprie speranze di rinascita.
In sostanza, Salvini a Napoli non è stato accolto in quanto leader della Lega, o populista dell’ultima ora, ma in quanto ministro degli Interni. I napoletani hanno forse voluto concedere al capo attuale del Viminale un attestato di fiducia a tempo, sperando che ripaghi, con un impegno concreto, almeno in parte per le offese del famoso coro del 2009 a Pontida. E per la Politica a senso unico (verso Nord) degli ultimi decenni leghisti.
Maurizio Longhi per BreveNews.Com
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