Spunta l’antica basilica sommersa dal lago di Nicea
I resti sommersi di un’antica basilica sono spuntati dalle acque del lago Iznik, l’antico lago Ascanio nella Turchia nord-occidentale, a una cinquantina di metri dalla riva. Il tesoro era sempre stato lì, ora visibile a soli tre metri di profondità. Ma solo oggi è arrivata la certezza: dopo 1600 anni Mustafa Sahin, archeologo dell’università di Uluda, a Bursa, ha potuto identificare le rovine di una chiesa romanica che si pensa possa essere stata edificata nel 325 d.C., dopo il primo Consiglio di Nicea. Un evento di importanza storica indetto da Costantino il Grande che convocò centinaia di vescovi e religiosi con l’intento di affarmare la centralità della dottrina cristiana.
Come riporta ‘La Repubblica’ a confermarlo sono le antiche monete e alcune tombe romane ritrovate nei fondali delle acque lacustri che si trovano a due ore di auto da Istanbul. Gli studiosi sospettano tra l’altro che sotto le fondamenta dell’antica basilica, probabilmente intitolata a San Neofito (martirizzato nel 303), ci sia un tempio pagano dedicato ad Apollo risalente al II sec. a.C..
•LA SCOPERTA E GLI SCAVI
Nel 2014 alcune foto aeree avevano già testimoniato l’esistenza della basilica, ma finalmente oggi il team di Sahin ne ha potuto confermare le origini che trovano conferma anche nelle tre navate dell’edificio sacro visibili dalle immagini aeree.
•LA STORIA SOMMERSA
Secondo gli archeologi, la basilica crollò a causa di un terremoto nel 740 e non fu mai ricostruita. Nei secoli, le acque nascosero quel che ne era rimasto e gli scavi, iniziati nel 2015, hanno permesso di ricostruire la storia dell’edificio, ancora oggi avvolto in parte nel mistero. La città di Iznik, grazie a questo ritrovamento, punta a entrare nella lista definitiva dei siti riconosciuti dall’Unesco patrimonio culturale dell’Umanità.
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