L’Europa vara l’abolizione delle tariffe di roaming
Alla fine l’Europa ha mosso il passo decisivo verso l’abolizione delle tariffe di roaming. Parlamento, Consiglio e Commissione europea hanno stabilito che una telefonata da Milano a Roma non deve costare di più se lo stesso utente si sposta a Parigi per chiamare la capitale. L’accordo fra le tre istituzioni del vecchio Continente è stato raggiunto nella notte e prevede l’abolizione del roaming per i consumatori europei a partire da metà giugno. L’intesa è stata trovata sui prezzi all’ingrosso che gli operatori si applicano tra di loro per offrire tali servizi.
Aggiunto quindi l’ultimo tassello per consentire allo stop dei costi aggiuntivi quando si va all’estero. Secondo gli operatori, questa decisione non solo può essere un aiuto regolatorio per avere un quadro finalmente preciso, ma si fa notare che molti si erano attrezzati per tempo ad offrire pacchetti dedicati: non si tratta dunque di uno “sconvolgimento industriale” di rilievo.
Le tariffe all’ingrosso saranno il 90% più basse delle attuali, spiega il Consiglio, consentendo agli operatori di offrire il roaming ai loro clienti senza aumentare i costi delle telefonate nazionali. Allo stesso tempo però devono essere abbastanza elevate in modo che gli operatori dei Paesi visitati possano recuperare i loro costi senza aumentare i prezzi al dettaglio. Inoltre, il tetto deve consentire di proseguire con gestione e l’ammodernamento delle reti in modo che i cittadini europei possano avere connessioni stabili dappertutto in Europa.
In base all’accordo, il tetto dei prezzi all’ingrosso per i dati scenderà dall’attuale 50 euro a gigabyte a 7,7 a gigabyte a partire dal il 15 giugno 2017 e poi continuerà scendere in diverse fasi: dall’1 gennaio 2018 il tetto scenderà 6 euro a giga, dall’1 gennaio 2019 4,5 a giga, dall’1 gennaio 2020 3,5 a giga, dall’1 gennaio 2021 3 euro a giga e dall’1 gennaio 2022 2,5 euro a giga. E’ un tetto significativamente più basso di quello inizialmente proposto dalla Commissione (8,5 euro per giga), e consentirà comunque alle aziende di investire nelle reti di nuova generazione (5G), scrive il Consiglio.
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