Cassazione: “Niente sesso se il coniuge puzza”
La Cassazione ha lasciato ben chiaro un concetto che forse non piacerà a qualcuno ma che bisogna accettare. Con due sentenze, (numero 30364/2011 e 980/2014), si è occupata di una questione che porterò qualcuno a sorridere, ma che per le parti in causa era un vero e proprio problema: la scarsa igiene durante i rapporti intimi. In estrema sintesi: niente sesso se il coniuge puzza.
Il caso approdato alla Corte di Cassazione è quello di un pastore siciliano restio all’uso della doccia e solito fare sesso con la moglie appena rientrato dal pascolo delle pecore senza provvedere a curare, sia pure sommariamente, la propria igiene.
L’uomo era stato prosciolto dalla Corte di Appello di Catania sulla base che “pur essendo la moglie contraria ai rapporti sessuali perchè il marito era solito consumarli al rientro della propria attività di pastore senza praticare alcuna igiene e pulizia del proprio corpo, finiva poi per accettarli volontariamente”. Ma poi è saltato fuori che il pastore immobilizzava le mani della moglie e procedeva al rapporto sessuale. Fatto che in un primo momento gli era costato nove anni di reclusione per violenza sessuale.
La Cassazione, infine, ha ritenuto che il cattivo odore possa considerarsi un motivo più che valido per rifiutare i rapporti intimi e che se il partner insiste, può essere accusato di violenza sessuale.
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