Saviano contro Toninelli, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti:
“Danilo Toninelli su Il Fatto Quotidiano mi invita a tacere. Inutile far presente a questa caricatura di ministro da chi solitamente arrivano certi inviti e cosa significano.
Eppure il servizio peggiore Toninelli lo fa agli italiani che hanno votato il M5S e non si aspettavano di diventare la stampella di Salvini, e non si aspettavano da questo loro ministro tanta incompetenza e una tale distorsione della realtà. Questa politica degenerata sta alimentando un clima letale, sta costruendo disperazione e sta armando disperati contro altri disperati.
Non tacerò, Ministro, e qui elenco tutte le bugie che dice” scrive Saviano sulla sua pagina Facebook, postando la lettera pubblicata da ‘Il Fatto quotidiano’ che vi proponiamo integralmente:
“Gentile direttore, ho letto l’intervista rilasciata al vostro quotidiano dal ministro Danilo Toninelli, che ogni giorno di più mostra il suo vero volto di burattino nelle mani di Matteo Salvini.
Non esiste più per questa politica degenerata alcuna differenza tra vita e morte, tra dignità e mancanza di diritti, tra legge e illegalità. Parlano delle prime e dei secondi come se tutto si equivalesse.
Tre questioni secondo me vanno chiarite:
“1) L’orientamento del governo di delegare unicamente ai libici la gestione dei salvataggi in mare è folle e criminale, e non a caso si parla di recupero degli accordi stretti tra Berlusconi e Gheddafi: che bel cambiamento!
2) Il legame tra traffico di persone e Ong è da rigettare con forza (non c’è una sola prova di legame fra trafficanti e Ong), in special modo dopo il fallimento giudiziario delle elucubrazioni di Carmelo Zuccaro, ma a Toninelli e al suo burattinaio (Lei lo definisce non a torto “Cazzaro Verde”) fa comodo fare disinformazione e continuare ad alimentare falsi sospetti verso chi salva vite e in più è testimone degli esiti criminali degli accordi tra Italia e Libia
3) (e rispondo su ciò per cui mi si chiama in causa) le Ong hanno più volte effettuato salvataggi in quell’area in passato, anche con il coordinamento del Centro Nazionale di Coordinamento del Soccorso Marittimo di Roma, visto che i libici non erano in grado di farlo e non lo sono neanche adesso”.
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